Raccontare agli amici di aver fatto due passi con un pastore tedesco non significa la stessa cosa se ci si trova in Italia o in Germania. Siamo infatti nel bel mezzo di una commistione di parole dalla duplice valenza: umano-animale. Può intendere quindi l'uscire col ministro di culto protestante o semplicemente con Bobby, l'amico fedele a 4 zampe. E anche quest'ultima definizione, amico fedele, dice molto bene come nel nostro linguaggio comune, popolare, quando si parla del cane si usa un vocabolario che è proprio degli esseri umani, o almeno è quanto ci aspetterebbe che essi siano capaci di essere e di dare: l'amicizia e la fedeltà. In questi giorni di vacanza in Germania, nelle diverse famiglie presso le quali don Eladio ci ha portati per una conoscenza vera e profonda della gente tedesca, non mancava mai il cane. Così abbiamo fatto la conoscenza di
Cara , divenuta importante per la famiglia di Friederic e lo stesso si potrebbe dire di
Pastisse per quella di Benedikt. Ma non ci si sbaglia nell'affermare anche l'esatto contrario. In casa occupano tutti gli spazi, come uno della famiglia. Li vedi circolare nel soggiorno, in cucina, salire in camera da letto, tranquillamente per dare la sveglia al piccolo padroncino (come mi raccontava Alex quando fummo ospiti a Liverpool nel 1993) . Cara e Patisse giocano con i piccoli e i grandi, sporcano come sanno fare solo i bambini. Ti cercano e interagiscono. Davvero scortese salutare la famiglia, all'inizio e alla fine, e non fare una coccola al loro amato "
fido". Sarebbe un atteggiamento che denota parzialità, in un certo qual modo hai dimenticato-ignorato uno della famiglia. Si potrebbe dire che la convivenza simbolica umano-animale dell'Arca di Noè sia entrata nel nostro Dna e ci insegni a non sentirci mai padroni di niente e di nessuno nelle nostre case, ma tutti ospiti, persone e animali, pellegrini, che hanno la fortuna di condividere affetti, un po' di spazio e un t
empo in esaurimento progressivo con chi ci è stato posto accanto.