Diabete's Blog


Finestra on line sul diabete

Ambrogio Fogar

 

Ambrogio Fogar è morto qualche giorno fa dopo un calvario lunghissimo pieno di sofferenza ma anche di speranza.
All’indomani del referendum sulla procreazione assistita aveva espresso il desiderio di sottoporsi in Cina al trapianto di cellule staminali per provare a guarire dalla grave forma di paralisi che gli rendeva impossibile anche respirare autonomamente. Sapeva, come aveva dichiarato, che non era sicuro di svegliarsi il giorno dopo se una forte risi lo avesse colpito; così è stato e dopo tredici anni di immobilità è morto.
Ha fatto il giro del mondo a vela in solitario, è arrivato al Polo Nord, è stato agrappato due mesi ad una zattera dopo un naufragio, ne ha vissute di tutti i colori ma alla fine è stato tradito durante il rally Parigi-Pechino.
Io me lo ricordo agli albori delle TV private a condurre “Jonathan – Dimensione avventura” su Canale 5 e successivamente “Campo base” su Tele+2.
Pochi nella sua condizione credono di potersi salvare e lui ha sperato fino in fondo, altri avrebbero preferito la morte.
Recentemente a “Quark” hanno parlato dell’uso delle cellule staminali per curare le malattie della cornea senza ricorrere al trapianto dove bisogna trovare un donatore compatibile per scongiurare il rigetto.
Al contrario le cellule staminali, sarebbero prese direttamente dall’occhio del paziente e coltivate in laboratorio per ricostruire il tessuto danneggiato: il rischio di rigetto sarebbe nullo e non bisognerebbe aspettare che un uomo muoia per trapiantarne gli organi. Questo concetto, che ho riassunto in modo maccheronico e non scientifico si potrebbe applicare con gli anni ad altre patologia, come avrebbe sperato il povero Fogar.
Nel referendum pocanzi citato c’era anche questo tema ma si è troppo discusso solo sul fatto che due cellule costituiscono già un essere vivente. Usare anche dei feti congelati sarebbe servito ad approfondire gli studi in materia per un domani migliore.
Sono contrario solo alla fecondazione eterologa (impiantare un ovulo fecondato non nell’utero materno ma in quello di una donatrice) e così ho dichiarato il mio voto nel referendum scorso (tre si e un no).
Non bisogna pensare che la medicina sia un cantiere per creare mostri o per fare esperimenti fini a se stessi, al contrario sarebbe magnifico che gente condannata sulla sedia a rotelle o affetta da malattie gravi come il diabete  la sterilità, potesse un giorno guarire completamente; chi ha provato questo lo sa al contrario degli altri a cui auguro che non succeda mai ma se succede sono convinto che si tenta ogni strada, compresa quella di andare all’estero per chi ha i soldi.

Foto: www.corriere.it
Categoria: Commenti
sabato, 03 set 2005 Ore. 12.10
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