ORISTANO, 18 GIUGNO 2006, Festa del Corpus Domini
Carissimo Ignazio,
dopo lunga e sofferta riflessione sento il dovere morale di scriverti questa lettera.
E' un dovere che mi viene imposto dalla mia corresponsabilità ecclesiale e dal mio essere prete (seppure indegnamente), ma, soprattutto, dal fatto che mi sento un componente del Consiglio Presbiterale, eletto dalla base del clero diocesano.
Chi mi conosce, ha avuto modo di sentirmi o di leggermi, sa molto bene quanta importanza abbia sempre dato al CPr, al ruolo che gli viene attribuito dal Concilio Vaticano II, dal Codice di Diritto canonico e da tantissimi altri documenti di natura teologica, pastorale e giuridica.
Di fatto, nonostante i miei sforzi, devo confessare che i miei grandi limiti non mi hanno consentito di essere tanto credibile e convincente al fine di "farlo funzionare" bene.
Molti mi hanno considerato un incallito idealista, ammalato d'utopia, un sognatore, un illuso e, pertanto, destinato ad ingoiare..., delusioni, una dopo l'altra. Molte sono state le sofferenze, morali e materiali, subite per le mie aperte posizioni ed opinioni sui problemi della diocesi, espresse pubblicamente nelle riunioni del CPr, nelle assemblee o nei Convegni del Clero. Sugli stessi argomenti ed altri ho anche scritto, sempre e soltanto apertamente (lo voglio ribadire e sottolineare con forza per coloro che, assai disinformati, pensano il contrario). Molte lettere sono state inviate anche a mons.Tiddia, sempre firmate. Le opinioni che ho manifestato sono state sempre finalizzate a favorire il dialogo e un dibattito serio.
Ma non è di questo che voglio trattare. Non voglio parlare delle mie vicende personali, che ho vissuto con dignità e, grazie all'aiuto del buon Dio, con cristiana sopportazione.
Vorrei invece dare un piccolo contributo per affrontare serenamente e responsabilmente i problemi generali che hanno investito tutta la comunità presbiterale ed ecclesiale e che, in questi ultimi mesi si sono ulteriormente aggravati.
Ti confesso che (contrariamente a ciò che qualcuno sospetta) io non ho avuto conoscenza diretta di molte vicende. La mia collocazione pastorale in una Casa di riposo, infatti, non mi ha consentito di essere pienamente e costantemente partecipe e coinvolto nelle complesse problematiche della vita diocesana. Le occasioni che ho avuto sono state soltanto quelle legate al mio ruolo di Segretario del Consiglio Presbiterale, che ho cercato di assolvere (lo posso affermare paura di smentite)con grande impegno, serietà e senso di responsabilità. Impegni non ripagati da molti risultati, purtroppo, assai scarsi.
Molti altri preti, sicuramente più informati ed autorevoli di me, hano avuto ed hanno ancora la possibilità di offrire contributi maggiormente efficaci e determinanti in relazione ai problemi che sono emersi e che richiedevano e richiedono una soluzione urgente, saggia ed equilibrata, per il bene del presbiterio e dell'intera comunità diocesana.
E' da coloro che hanno avuto concrete possibilità d'intervento che mi sarei aspettato e mi aspetto segnali chiari e trasparenti per il futuro, in vista della nuova fase storica che sta per iniziare con l'assunzione del governo pastorale della diocesi da parte di Mons.Ignazio Sanna.
A tutti noi spetta, tuttavia, il compito di essere vicini al nuovo Arcivescovo come amici, collaboratori e consiglieri (vedi Concilio, ecc.ecc.).
Conoscendolo come una persona di vastissima cultura teologica, filosofica, antropologica ecc.( Vedi: www.ignaziosanna.com), dobbiamo nutrire la vivissima speranza che sarà in grado di capire i nostri problemi e di dare un autorevole contributo per risolverli adeguatamente. Nel suo saluto ci ha detto: "Cari amici...percorreremo insieme i sentieri della comunione, con la fusione dei nostri orizzonti culturali....faccio mia ogni vostra speranza, ogni vostra preoccupazione, ogni vostro impegno di testimonianza...lavoreremo tutti, lavoreremo insieme...decideremo insieme".
Ritornando a quanto detto in apertura sul ruolo del Consiglio Presbiterale, mi pare che ci siano tutte le premesse per sperare in una nuova fase di rinnovamento. Spetta ai preti più sensibili e seri fare in modo che il nuovo CPr sia davvero rappresentativo e che coloro che verranno eletti vogliano davvero rappresentarli, assicurando la volontà di esercitare responsabilmente il loro ruolo di consiglieri, di senato del Vescovo, di suoi collaboratori saggi, intelligenti ed onesti nel governo della diocesi, ecc.ecc.
Ti saluto fraternamente e ti ringrazio per la tua amichevole collaborazione
don Antonio Muscas