Per circa quattordici mesi ho lavorato a Padova e avevo un collega di Trebaseleghe. Un bravo ragazzo, nulla da dire. L’unica cosa che mi dava un certo fastidio era che spesso durante la pausa pranzo mi rivolgeva sempre la stessa domanda: “Se dovessi venire a Napoli – mi chiedeva ad un tratto alzando gli occhi dal quotidiano che teneva aperto sul proprio tavolino – ed entrare in un bar a prendere un caffè. Cosa mi dice a me il camorrista della zona?”. Sospiravo e per una decina di secondi lo guar
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