Carlo Silvano


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Mobbing a "La vita del popolo"?

CAPITOLO III Col passare dei mesi percepivo che il prof. Lorenzo Biagi sgradiva la mia presenza sul posto di lavoro e iniziai a confidare i miei problemi a diverse persone, come all’amico, nonché avvocato del foro di Napoli, Agostino La Rana. In seguito, il 17 maggio 2004, il prof. Biagi mi convocò nel suo ufficio per dirmi che <<un dipendente de “La Vita del Popolo” gli aveva riferito che io andavo in giro a sparlare di lui>>, ma alla mia legittima richiesta di convocare subito il  
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mercoledì, 11 apr 2007 Ore. 13.53

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Commenti

Autore: andrea, trevisoInviato il: 18 apr 2007 - 11.37
ciao franca, è molto bello essere presi in considerazione. Non vorrei, comunque, essere visto come un pessimista circa quello che ho scritto sulla mia città che, al di là dell'essere una città perbenista e conformista, ha comunque i suoi pregi. al di là della sfera religiosa - tema portante in questo blog - a treviso il problema grosso è che non si fa cultura ed è noto che qui si vendono più scarpe che libri. si bada molto all'apparenza e poco alla sostanza. faccio un esempio: sei una trevigiana diventata ricca? non importa come lo sei diventata perché quello che conta è che lo sei. vedi anche in questo blog dove ci sono persone che hanno fatto dei commenti guardando più a certi aspetti esteriori, a dei dettagli. tempo fa sono stato colpito per lo spazio che i giornali locali hanno dato a una mamma di san biagio di callalta per essere andata in chiesa con una gonna che, a detta del parroco, era non presentabile. in questo blog si parla di mobbing, si fanno pesanti accuse al braccio destro del vescovo e i giornali non ne parlano. ma forse è meglio così!
andrea
Autore: Paolo [Sassari]Inviato il: 19 apr 2007 - 09.13
in genere il mobbing si ha quando si rientra in azienda dopo una lunga assenza, tipo una maternità. E la prima cosa che il padrone fa è quella di cambiare le mansioni del lavoratore
ed è anche capace di lasciare il lavoratore con le mani in mano.
Non mi meraviglio di quello che leggo in questo blog anche se c'è un fatto molto sconcertante e cioè che in questo caso il datore di lavoro è un "uomo" di chiesa.
E' proprio il caso di dire che non c'è più religione. E poi ci si lamenta che si cerca una fede fai da te, ma come si fa a credere in quello che dice un prete dall'altare se poi nella vita quotidiana persegue obiettivi che non hanno nulla di etico e di morale?
Leggendo questo blog si percepisce anche l'isolamento che l'autore di questo blog ha subito da parte dei suoi colleghi di lavoro... che si facciano un esame di coscienza!

Autore: motterliniInviato il: 19 apr 2007 - 11.03
nella diocesi di Treviso si mantengono posizioni particolarmente conservatrici e chi non si allinea viene bruciato e poco o nulla serve ad essere cattolici convinti e praticanti.

Autore: Barbara, DesenzanoInviato il: 20 apr 2007 - 13.10
Motterlini! è proprio un'amara verità quella che fai?
Non capisco poi dove voglia andare a parare Chiara. Perché prova disagio? E chi è che spara sulla croce rossa? Chira! Tu dici di essere una giovane lavoratrice ma intanto fai discorsi che neppure una novizia si permetterebbe di fare. Per fortuna, comunque, non ti avremo più da queste parti.
Autore: AntonellaInviato il: 21 apr 2007 - 12.26
Io penso che il mobbing è un problema che va affrontato seriamente. Non basta parlarne in qualche salotto televisivo oppure al bar. E' bisogna anche sfatare il luogo comune che vede inquadra il mobbing come una tegola che cade solo in testa agli altri. Bisogna invece rendersi conto che quello che ieri è capitato alla mia collega e che oggi è successo al mio collega, domani potrà capitare anche a me. Io vedo che i sindacati e i politici non vogliono occuparsi di questo problema e soprattutto ci sono tanti sindacalisti che pensano solo al proprio tornaconto.
Se uno espone, come Carlo Silvano ha fatto nell'azienda La vita del popolo, si ritrova subito ad essere emarginato, ed è così che interpreto l'altro post che ha inserito in questo blog quando parla dei suoi ex colleghi che non capiscono la sua battaglia legale. Intanto solo la legge può difendere chi subisce dei torti in azienda.
Apprezzo anche il coraggio dell'autore di questo blog ad esporsi raccontando su internet la sua esperienza.
Complimenti, Antonella (Bergamo)

Autore: DanieleInviato il: 21 apr 2007 - 17.59
sono un piccolo imprenditore di Salgareda, in provincia di Treviso, e trovo sconcertante ciò che leggo in questo blog. Non riesco a capire e i miei ragionamenti ruotano attorno a questi discorsi: se un dipendente lavora bene, perchè mandarlo via? se un dipendente lavora male ci sono i modi e i tempi per fargli capire che nella ditta non c'è spazio per lui. Nella mia piccola azienda sono arrivate tante persone, anche extracomunitari, e tanti sono andati via perchè non erano adatti al tipo di lavoro che facciamo. Ho sempre avuto discussioni civili e anche se qualche volta animate comunque il buon senso ha sempre prevalso sia da parte mia che da parte del dipendente. E allora non riesco proprio a capire come si sia arrivati a fare quanto descrive l'autore di questo blog.
Autore: Manuela73Inviato il: 21 apr 2007 - 22.20
ciao Carlo Silvano, sono un'infermiera professionale presso una multinazionale con sede a Milano e mi trovo in una situazione di mobbing. Resisto. Leggere quanto è successo a te e il modo con cui hai reagito mi dà forza. A me stessa dico: mai avere paura!

ciao e grazie per la tua forza d'animo di raccontare agli altri quanto ti è capitato.
Manuela

Autore: m.Inviato il: 07 mag 2007 - 21.44
Per chi come me fa parte di un gruppo ecclesiale è proprio difficile, per non dire che non va proprio giù, leggere questo blog. Spero con tutto il cuore che 'la vita del popolo' sia solo un incidente di percorso della nostra chiesa e che la realtà sia ben diversa come quella che annunciano i nostri sacerdoti durante le assemblee domenicali.
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