Nel corso della mia lezione all'Università degli Adulti sulla Massoneria (giovedì 30 settembre 2010), non sono mancate da parte del pubblico domande inerenti alla loggia P2. Ecco un passaggio del mio intervento:
In Italia alla fine degli anni Settanta e nei primi anni Ottanta la P2 ("Propaganda Due"), una loggia coperta del Grande Oriente d'Italia, il cui Maestro Venerabile era Licio Gelli, fu al centro di uno dei più grossi scandali della storia della Repubblica, con indagini che condussero alla scoperta di una lista di mille nomi (tra cui esponenti politici, militari ed istituzionali di primo piano come Silvio Berlusconi, tessera 1816) e il "piano di rinascita democratica", una sorta di ruolino di marcia per la penetrazione di esponenti della loggia nei settori chiave dello Stato. Il nome della P2 ricorre più volte nelle cronache nel corso della storia italiana, dato che suoi esponenti sono stati coinvolti in vari episodi non completamente spiegati della storia della Repubblica (dal Golpe Borghese all'operazione Gladio). Le indagini collegarono inoltre alcuni membri della loggia anche all'imponente scandalo finanziario internazionale della bancarotta del Banco Ambrosiano del banchiere Roberto Calvi e all'assassinio suo (inizialmente ritenuto un suicidio) e di Michele Sindona, entrambi appartenenti alla P2. Come risultato, fu emanata nel 1982 la legge Spadolini che sciolse la loggia e rese illegale il funzionamento di associazioni segrete. Licio Gelli, in seguito alla vicenda, era stato espulso dal Grande Oriente d'Italia nel 1981. E nell'elenco della P2 figurano anche tre trevigiani (avv. Luigi Fadalti, Domenico Stellini e Pietro Casellato). A parte la P2, non sono mancate, anche recentemente, inchieste giudiziarie che hanno indagato sui rapporti tra diversi massoni e la mafia, tra massoni e politici al fine di condizionare i mezzi di comunicazione di massa e le Istituzioni. Il giornalista Pinotti, ad esempio, in un suo libro riporta che fu Roberto Calvi, il banchiere massone trovato morto sotto un ponte di Londra, a finanziare l'avventura imprenditoriale di Silvio Berlusconi nel settore delle televisioni commerciali (cfr. Ferruccio Pinotti, “Fratelli d'Italia”, ed. Biblioteca Universale Rizzoli, p. 401). Ciò che però pesa maggiormente è la segretezza che avvolge la Massoneria. Se questa organizzazione è semplicemente una scuola dove si insegnano valori quali la libertà, la fratellanza e l'uguaglianza, perché, allora, tanti uomini della finanza italiana e al vertice delle banche (come Enrico Cuccia, Michele Sindona e Roberto Calvi) hanno mantenuta segreta la loro adesione alla Massoneria?