Carlo Silvano


articoli vari

Abbiamo tutti un Angelo...

Villorba (Treviso) - Tra i libri che si possono leggere al caffè in piazza del Dominicale c'è anche il volume "Cristiani e musulmani. Costruire il dialogo partendo dai fatti di borgo Venezia di Treviso". In appendice a questo libro è inserito anche un racconto dedicato ad un immigrato ghanese, Frank Agyare Badu alias George, che per un certo periodo lavorò anche in una fonderia a Quinto di Treviso eseguendo i lavori più faticosi. Frank morì da solo, senza amici, in un letto dell'ospedale Ca' Foncello. Qui di seguito propongo una recensione del racconto a firma di Guglielmo Arrabito.

Solo un bagliore, quella piccola lama di luce venuta fuori ad illuminare un solo istante di una notte di pioggia e di freddo; solo un tugurio, quel suo piccolo angolo di mondo ricavato al riparo di muriscrostati, consumati da mille inesorabili rivoli di pioggia. Solo un ghanese, George, un immigrato, un numero buono a far statistiche, ma anche cuore e coraggio e cervello da vendere; un uomo in fuga, dal suo mondo, da una vita che non è più sua, fatta a pezzi dai morsi della fame, in una terra che non sarà mai sua, perché non ha i suoi ricordi. Ma quella luce aveva riaperto il cuore alla speranza che il suo sogno più bello, tra mille delusi, potesse avverarsi d'incanto: un angelo accanto, per ciascuno di noi, che viaggia sul filo di ogni respiro e segue e protegge ogni passo al ritmo del tempo che scorre. Un tempo senza inganni, cruda realtà di lavoro, sudore e sangue, in una fonderia che sembra l'avamposto dell'inferno, crocevia di vite che s'intrecciano, e paure e rimpianti che scorrono nelle vene, nello sforzo d'immaginarsi altrove. A casa, a proteggere moglie e figli, che la distanza soffoca l'amore e ricaccia in gola la voglia di respirarne l'odore, in quella fossa di dannati, tra polveri e fumi, dove tutto sembra più difficile, persino sognare. A casa, dove vivere è fare a pugni ogni giorno con la morte, ma chinare la testa e piegarsi non ha l'amaro sapore del dover mendicare un lavoro, un alloggio o un diritto qualunque. Perché quando tutto sembra confondersi nello scorrere di giorni miserabili e scarni, vorresti soltanto per te l'orgoglio di essere uomo tra gli altri e godere della libertà di scegliere la strada che porta ad un destino da scrivere con le tue mani piagate dalla fatica di vivere. E George tutto questo lo sa, e l'animo suo è diviso nel duplice segno di una vita impossibile uguale alle altre che gli si consumano accanto, e di una possibile, vissuta aspettando col cuore in tumulto quegli attimi magici in cui il suo angelo scalfisce il muro della solitudine. E George le racconta, quelle visite che tanto sollievo gli danno, e sollievo e conforto vorrebbe instillare negli altri, nel vano proposito di mitigarne la rabbia e lenire un istante il dolore, che ha invaso l'anima e l'anima corrode lentamente, ogni giorno di più. E quando al calar della sera, le ombre rincorrono il sole e il buio nasconde le facce assonnate, bruciate di calore e sudore, è bello per lui scivolar sul greto del fiume Sile a guardar l'orizzonte che sfiora i tetti delle case, col suo carico di povere cose, una birra, un panino e poco altro, e aspettare che il gioco di specchi e riflessi di luci e bagliori sull'acqua gli scorrano addosso, riuscendo a confondersi in sublime armonia con le lacrime che gli rigano il volto, al pensiero, che purezza e bellezza del momento, siano solo un misero inganno di una mente confusa, sperduta in mezzo a mille pensieri rincorsi che abbracciano in pochissimi istanti, i volti di chi si è lasciato alle spalle promettendo a se stesso di non ritornare sconfitto tra tanti. E quando il rumore leggero del battito d'ali d'un cigno distrae il suo sonno e lo sveglia, non sa che il suo piccolo angelo ha vegliato il momento e reso più forte il suo cuore, perché affronti l'ultima prova terrena senza conoscerne la paura. “Ci sono creature – ha scritto un poeta – che non possono restare a lungo su questa terra, perché hanno troppo nostalgia del Paradiso”.

Guglielmo Arrabito (Associazione “Nizza italiana”)

C. Silvano, "Cristiani e musulmani. Costruire il dialogo partendo dai fatti di borgo Venezia di Treviso", Edizioni del noce, euro dieci, isbn 88-87555-32-X

Categoria: Segnalazioni
mercoledì, 04 set 2013 Ore. 07.56
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