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Recensione di “A bruciarmi è stato il sole” di Calixthe Beyala

 Premio InternazionaleRecensione di “A bruciarmi è stato il sole” di Calixthe Beyala Camerun, anni ottanta, Akeba è una giovane donna dalla pelle “nera e bellissima” che vive in una bidonville. Cresciuta da Ada, che non è sua madre, perché Betty l’ha abbandonata bambina. La vita è durissima. Si consumano rapporti violenti, tribali, nelle famiglie, tra gli uomini e le donne c’è qualcosa di cannibalesco, di atavico. Gli uni obbligano le altre in ginocchio, sempre.  Perché “così vogliono  
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venerdì, 07 lug 2006 Ore. 18.44

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Commenti

Autore: ALESSIA CECCARELLI BIBL. RODARIInviato il: 12 lug 2006 - 09.37
mi sono chiesta più volte durante la lettura perchè "A bruciarmi è stato il sole".Sarà forse la negritudine di Ateba, che ne fa una femminista ante-litteram nel così profondo e fangoso QG di AWU? Così NERA,arsa dal sole, eppure così BIANCA come le donne europee "civilizzate" ed evolute? Quelle i cui diritti sono sbandierati dai movimenti femministi degli anni 60 proprio sotto il naso dei colleghi uomini? Oppure il caldo torrido e il malessere di una perpetua e cronica insolazione che ci rende apatici di fronte alla costrizione dettata dalle tradizioni millenarie, che fa dell'uomo il padrone dell'universo e obbliga le donne ad una sottomissione animale e violenta? Ateba è sì ribelle ma alla fine invischiata nel fango del ruolo di una meretrice in nome di un amore impossibile, del richiamo di una Natura così istintiva e impulsiva. L'Io narrante è la Voce della Madre, della Coscienza genitrice, dell'Anima che nulla può per fermarla se non quando ormai ceduto il corpo alla seduzione infima, Ateba cessa di vivere sacrificandosi per un ideale irragiungibile..Irene.
Autore: ALESSIA CECCARELLI BIBL. RODARIInviato il: 12 lug 2006 - 09.37
mi sono chiesta più volte durante la lettura perchè "A bruciarmi è stato il sole".Sarà forse la negritudine di Ateba, che ne fa una femminista ante-litteram nel così profondo e fangoso QG di AWU? Così NERA,arsa dal sole, eppure così BIANCA come le donne europee "civilizzate" ed evolute? Quelle i cui diritti sono sbandierati dai movimenti femministi degli anni 60 proprio sotto il naso dei colleghi uomini? Oppure il caldo torrido e il malessere di una perpetua e cronica insolazione che ci rende apatici di fronte alla costrizione dettata dalle tradizioni millenarie, che fa dell'uomo il padrone dell'universo e obbliga le donne ad una sottomissione animale e violenta? Ateba è sì ribelle ma alla fine invischiata nel fango del ruolo di una meretrice in nome di un amore impossibile, del richiamo di una Natura così istintiva e impulsiva. L'Io narrante è la Voce della Madre, della Coscienza genitrice, dell'Anima che nulla può per fermarla se non quando ormai ceduto il corpo alla seduzione infima, Ateba cessa di vivere sacrificandosi per un ideale irragiungibile..Irene.
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