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CITY



TITOLO: City
AUTORE: Alessandro Baricco
EDITORE: BUR
PAGINE: 319

Disponibile su www.ibs.it

Cos'e' stato per me CITY di Alessandro Baricco? Un libro. "Gli uomini hanno case: ma sono verande." Parole. Le parole che cercavo di dire da anni. Queste parole esatte. Gli uomini hanno case: ma sono verande. Parole. Gli uomini hanno un io: ma esprimono una facciata. Per difesa. Per comodita'. Per perversione. Piu' avanti nel libro altre parole. "Gli uomini esprimono idee che non sono loro." Piu' avanti nel libro parecchie altre cosine. E' questo il maggior pregio di CITY di Alessandro Baricco (ormai nella mia testa un tutt'uno autore personaggi storie parole Shatzy verande western Poomerang una roulotte gialla immobile i fiumi arrivano al mare a furia di curve sottili le mani della puttana di Closing Town, sottili). E' un libro. Finalmente. Un libro, dopo tanta carta sprecata. Parole. Finalmente. E in mezzo alle parole, qua e la', personaggi, personaggi che blaterano, che delirano tanto da sembrare quasi persone vere, che fanno tenerezza, un western, una storia di boxe, storie, strade, una citta'. CITY di Alessandro Baricco. Non leggetelo. E' un libro. Finalmente. L'ho letto. In due giorni. Mi manchera'. Vi manchera'. Non leggetelo. P.S.: non so' spiegarmi perche', ma secondo me Shatzy e' bionda. Baricco, GRAZIE per non averla descritta.

CONTENUTI
Questo libro si intitola ""City"". Mi rendo conto che, dopo ""Seta"", era meglio trovare qualcosa che suonasse un po' diverso. Ma questo libro è costruito come una città, come l'idea di una città. Mi piaceva che il titolo lo dicesse. Adesso lo dice. Le storie sono quartieri, i personaggi sono strade. Il resto è tempo che passa, voglia di vagabondare e bisogno di guardare. Ci ho viaggiato per tre anni, in ""City"". Il lettore, se vorrà, potrà rifare la mia strada. E' il bello, e il difficile, di tutti i libri: si può viaggiare nel viaggio di un altro? Così, per la cronaca, vorrei dire che per la prima volta ho scritto un libro che, almeno in parte, è ambientato ai giorni nostri. Ci sono automobili, telefoni, pullman, c'è perfino un televisore, e a un certo punto c'è un signore che vende una roulotte. Non ci sono computer, ma un giorno ci arriverò. Per intanto mi sono un po' riposato dallo sforzo disegnando un paio di quartieri, in ""City"", che scivolano indietro nel tempo. In uno c'è una storia di boxe, ai tempi della radio. Nell'altro c'è un western. Ho sempre desiderato scrivere un western. E' molto divertente e anche molto difficile. Passi tutto il tempo a chiederti come diavolo farai a scrivere la sparatoria finale. Quanto ai personaggi - alle strade - c'è un po' di tutto. Ci sono uno che è un gigante, uno che è muto, un barbiere che il giovedì taglia i capelli gratis, un generale dell'esercito, molti professori, gente che gioca a pallone, un bambino nero che tira a canestro e ci becca sempre. Gente così. C'è un ragazzino che si chiama Gould e una ragazzina che si chiama Shatzy Shell (niente a che vedere con quello della benzina). Mi mancheranno."
Categoria: Romanzi
mercoledì, 15 nov 2006 Ore. 23.48
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