TITOLO: Castelli di rabbia
AUTORE: Alessandro Baricco
EDITORE: BUR
PAGINE: 245

Disponibile su www.ibs.it

CASTELLI DI RABBIA è stato scritto nel 1991, libro d'esordio dell'autore, ambientato in una città inventata: Quinnipak e popolata da personaggi stranissimi e per questo troppo simili ai nostri sogni. Troviamo il Signor Rail e Signora, che si amano di un amore talmente unico e raro da lasciarsi per continuare ad amarsi, da partire per saper ritornare e aspettare senza chiedere nulla.......''miracolosamente, da anni, il suo destino trattiene il fiato. Ma un giorno tornerà a respirare. E lei se ne andrà. Da quel giorno sul molo di Morivar, io non dimenticherò mai due cose: le sue labbra e come stringeva quel pacco. Adesso so che stringeva il suo destino. Non lo mollerà solo perché mi ama. E io non glielo ruberò solo perché la amo.'' Rileggete come ho fatto io queste ultime parole, non sono la prova più grande d'amore? Senza un briciolo di egoismo, senza la pretesa e il possesso, sono magnifiche. Troviamo Penth, il bimbo che indossa il proprio destino, lo indossa veramente, una giacca troppo grande per lui, lasciata in eredità da un padre che non ha mai visto. Un bimbo che scrive su un quadernetto tutto quello che riesce ad apprendere, per catalogare e per non dimenticare, seguendo il proprio intuito: scrivere una cosa significa possederla e il mondo è troppo grande per poterlo avere tutto in testa, è meglio prendere appunti. Troviamo Pekisch, l'inventore, il musicista, il sognatore, l'amico fantastico di Penth. Bellissimo il passaggio dove spiega al bambino il concetto di desiderio. Non è puro ''esercizio di stile'', quello di Baricco. E' un manuale con le istruzioni sotto forma di metafore, un manuale per la sopravvivenza. E' l'indicazione per sognare ma non per il puro piacere di farlo.

CONTENUTI
Una piccola galassia di storie che si intrecciano in una cittadina immaginaria, Quinnipak, che consente ai suoi abitanti di esprimersi al meglio delle loro possibilità, inseguendo ciascuno i suoi sogni, le sue aspirazioni, i suoi desideri di infinito in un'atmosfera ottocentesca esultante di inventività tecnico-scientifica e insieme artistica