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5. “Fame” di romanzo – Premio letterario “Il racconto nel cassetto”

Una vetrina per gli scrittori emergenti: questa la funzione della rassegna “Il racconto nel cassetto”, il concorso letterario nazionale promosso dall’associazione A.L.I. - “Associazione Libera Italiana” - e giunto alla sua terza edizione.


Articolato in due sezioni,  romanzi brevi e fiabe, oltre ai premi in denaro per i primi tre classificati, il concorso prevede per i venti finalisti, selezionati quest’anno tra i 741 in gara da 19 regioni, anche la pubblicazione in volume.

Vinta nella sezione ‘romanzi brevi’ dal giornalista Salvo Sapio con “La rivoluzione di carta velina”, la manifestazione ha visto quest’anno un ulteriore motivo di interesse nella partecipazione dell’ex brigatista Valerio Morucci, classificatosi terzo con “Audience, di tutto di più” e relative polemiche. La lista dei vincitori è completata dal bolognese Vanes Ferlini e il suo “Il Cristo di sale”, giunto secondo.

 

Abbiamo intervistato il napoletano Gianluca Mazzei, finalista con “La fame” nella sezione ‘romanzi brevi’.

Quando e come hai iniziato a scrivere?
Grossomodo quattro anni fa, in occasione della morte di un mio amico. La cosa mi ha toccato profondamente; è stato allora che ho cominciato a mettere su carta riflessioni su un evento che non riuscivo a superare.

Il tuo avvicinamento alla scrittura ha avuto una funzione catartica, dunque?
Direi di sì… Scrivere mi è servito a esternare emozioni e sensazioni che in quel momento non riuscivo a manifestare a parole.

Come hai saputo del concorso “Il racconto nel cassetto”?
Tramite un amico; gli ho fatto leggere il racconto La fame e mi ha consigliato di partecipare.

Quali sono state le tue impressioni?
E’ un concorso molto serio. Innanzitutto per una giuria di prim’ordine, che quest’anno era presieduta dal presidente dell’ordine dei giornalisti della Campania, Ermanno Corsi; ne hanno fatto parte anche Giuseppe Montesano e il giornalista del Mattino Pietro Treccagnoli, oltre al presidente dell’A.L.I.

Montesano ha dato consigli a voi giovani scrittori?
Ci ha consigliato soprattutto di leggere molto. Cercare di cogliere i temi attuali, cosa vuole oggi il “mondo libro”; quindi di leggere in particolare gli scrittori contemporanei, come ad esempio Jonathan Coe. Molti di questi sperimentano nuovi sistemi di scrittura, come fa anche Yeoshua in “Un divorzio tardivo”, dove ogni personaggio vede la storia dal proprio punto di vista.
I personaggi del mio racconto sono diversi, in quanto vedono solo un pezzo della storia: quelli di Yeoshua invece vedono tutta la storia, ma dal proprio punto di vista.

E’ in questi nomi che hai trovato ispirazione per il tuo “La fame”?
In realtà quando ho scritto La fame mi sono ispirato a Helon Habila (nel 2001 ha vinto il Caine Prize for African Writing – n.d.r.), e al suo “Angeli dannati”, sulla cui struttura ho ricalcato il mio racconto. Come ci ha detto anche Ermanno Corsi, per uno scrittore è fondamentale leggere e ‘assorbire’ gli altri scrittori; in fondo la letteratura è una continua rilettura e riscrittura di ciò che gli altri hanno scritto prima di noi.

Condividi l’affermazione del tuo narratore “Dentro tutti noi vi è un lato oscuro e nessuno può sapere quando e come avrà la meglio sulla ragione”?
Senza dubbio. Ma non è un’affermazione che faccio io, è nella realtà dei fatti, è la cronaca. Ne abbiamo continui esempi.

Uno dei temi forti del racconto è quello degli attimi capaci di deviare il corso di una vita.
Nasce da una considerazione: il fatto che tutti noi pensiamo di vivere come fossimo i protagonisti di un film, come se il corso della nostra vita fosse un filo isolato, irrelato rispetto a quella degli altri.
Non esiste il mio destino, o il tuo destino; esiste un destino comune. E’ giocoforza che le azioni di una persona coinvolgano la vita degli altri, si intreccino ad essa, la condizionino.

Hai avuto presenti dei riferimenti culturali nell’uso di questo topos letterario?
Su questo aspetto in particolare del racconto, no. Come ti dicevo, è nato da una mia riflessione. Altri sì, ma questo è uno dei temi centrali, insieme a quello della ‘fame’, che dà il titolo al racconto.

Cos’è “la fame”?
La ‘fame’ è un sentimento, non meglio definito, che si manifesta con la necessità di colmare un vuoto. Ognuno ha il suo vuoto interiore, questo è il tema del racconto; i protagonisti della storia cercano di colmarlo, ma il non riuscirci li porta ad azioni e reazioni incontrollate. Che poi è un tema oggi comune a molti libri, prendi “Cento colpi di spazzola” di Melissa P., dove è limitato all’aspetto della bulimia sessuale.

Il riuscitissimo cameo di O’ Rasoio è frutto di fantasia, richiami letterari o ha qualche aderenza con la realtà?
E’ il mio personaggio preferito… Ed è un personaggio molto vero, per cui ho attinto alla mia esperienza di penalista vissuta con l’avvocato Lepre, e alla frequentazione delle carceri. Le carceri sono la manifestazione palese del fallimento della funzione rieducativa della pena…

Se dovessimo fare il gioco delle definizioni, a quale genere ascriveresti il tuo “La fame”?
Non è facile dirlo. In realtà La fame non ha un solo genere: si pone come una riflessione sul modo in cui ogni personaggio si rapporta al proprio destino. Ognuno ha un modo a sé, differente, di porsi, per cui ogni personaggio porta con sé, nella sezione della storia in cui è protagonista, un diverso genere letterario.

La partecipazione a concorsi letterari è un’esperienza che ti sentiresti di consigliare?
Sì, assolutamente. Si entra in contatto con un ambiente che difficilmente conosceresti altrimenti, fatto di scrittori affermati, giornalisti del settore…

E per la promozione servono?
Sì; in questo caso i racconti finalisti saranno inviati a tutte le case editrici italiane. Del resto, molti dei finalisti avevano già pubblicazioni alle spalle, difatti il concorso si rivolge agli scrittori ‘emergenti’, non necessariamente esordienti.

I racconti saranno pubblicati in volume?
Certo. Anche i racconti e le fiabe finaliste di quest’anno saranno pubblicati, a cura dell’A.L.I.
I volumi delle precedenti due edizioni hanno avuto un buon successo di pubblico e di critica. Si è creata un’importante aspettativa, anche grazie alla presentazione fattane a Galassia Gutenberg.




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