Biblioteca Gianni Rodari


Circolo di lettura della biblioteca
Home Blogs | Home | Login | Contact | My Profile | RSS | About | Cerca

Commenti della coordinatrice del circolo Rodari 2006

UN GIORNO PERFETTO di Melania Mazzucco Romanzo criminal-popolare se vogliamo citare un titolo ormai noto ai lettori delle biblioteche, girato non scritto, con magistrale dovizia di sfumature, in una Roma che profuma di incenso e patchouli, inondata di sole dalla periferia ai Parioli, in un unico respiro lungo 24 ore. Sembra di assistere alla proiezione di un film di Muccino dove ogni fotogramma esprime concitazione e scene di isterismo soprattutto al femminile!La Mazzucco sviscera i rapporti fam 
Leggi tutto il post...
Categoria: Commenti ai libri
venerdì, 28 lug 2006 Ore. 12.37

Scrivi un commento

Nome:
Blog:
E-Mail:
(l'indirizzo e-mail non verrà pubblicato, consente di essere avvertiti quando arrivano nuovi commenti a questo Post)
Codice:
Corpo:
Cookie:

Commenti

Autore: Ceccarelli AlessiaInviato il: 02 nov 2006 - 12.02
Credo che raramente sia così toccante il colloquio con gli autori, vera
anima e momento topico del Premio Biblioteche di Roma.
Ieri pomeriggio 30 ottobre, alla Biblioteca Valle Aurelia, Daniela De
Robert autore del Saggio "Sembrano proprio come noi", ha veramente incantato
la platea di appassionati lettori che sono convenuti all'appuntamento.
La giornalista ormai da vent'anni volontaria nel carcere di Rebibbia o come
dice lei un Articolo 17, è riuscita a comunicare con una semplicità
disarmante, che poi è anche una delle peculiarità del suo intenso libro,
l'immenso disagio umano che aleggia dietro le sbarre. Dietro le sbarre non
esiste la pietà,non esiste il rispetto dei diritti e fino a qui niente di
nuovo trattandosi di un luogo di pena...verrebbe da dire che chi sbaglia è
giusto sia punito col massimo della condanna, ma la gravità della situazione
emerge nel constatare quanta ipocrisia trasudi dal sistema carcerario
italiano (e non si vuole in questa sede affrontare ben più approfondite
tematiche su cosa sia o come sia esercitata la giustizia nel resto del
mondo),e soprattutto l'abbandono delle nostre Istituzioni al quale sono,
siamo soggetti tutti. Il sentimento di condanna è comune a noi cittadini a
volte proprio vittime della delinquenza, e ci porta a ritenere
comprensibilmente , che abbiamo il dovere di punire chi trasgredisce il
codice di comportamento, ma sappiamo cosa vuol dire morire di mal d'aria?
Sappiamo cosa significhi impazzire nel sentirsi così emarginati da non
sopportare più di poter vivere? Sappiamo cosa vuol dire Spiccare un uomo?
Quest'ultima espressione mi ha molto colpito e nel linguaggio carcerario è
l'azione di tirare giù colui che si è impiccato con mezzi di fortuna.Credo
che ogni parola sia superflua e la riflessione d'obbligo.
Ecco, la De Robert ha ottenuto quello che molti scrittori a volte non
fanno, ossia arricchire un lettore, una platea, un semplice uditore; ha
ottenuto che si formasse una coscienza comune, capace di operare la dovuta
critica tra il Bene e il Male, tra il giusto e il meno giusto e soprattutto
il desiderio di approfondire una tematica attualissima (basta pensare
all'indulto) e non crediamo!! così lontana da ognuno di noi.

Piccola critica ai lettori dei circoli che non dovrebbero leggere le loro
recensioni davanti all'autore ma limitarsi a fare domande personali per
comprendere meglio un libro.
Basta con l'esibizionismo, più umiltà. Un saluto
a tutti i cari lettori della mia biblioteca Rodari

ALESSIA CECCARELLI


Autore: ALESSIA CECCARELLI BIBL. GIANNI RODARIInviato il: 21 nov 2006 - 09.57
UN GIORNO PERFECTO

Marina Zancan, l’illustre curatrice dell’incontro con Melania Mazzucco, esordisce dicendo che non è affatto facile presentare uno scrittore di chiara fama e già affermato: di fatto, la Mazzucco malgrado la sua giovane età, ha già sulle spalle un curriculum di tutto rispetto e numerosi Premio Strega incassati.
Mazzucco si è presentata ai lettori delle Biblioteche, convenuti copiosi nella bellissima sala dell’Accademia di S. Luca, parlando sinceramente di sé, del suo scrivere, della sua approfondita ricerca letteraria, stupendo il pubblico oltre che con una notevole cascata di capelli neri e folti, con un incedere verbale sicuro e assai “tecnico” riguardo alla stesura del suo ultimo libro.

Il GIORNO PERFETTO è il 4 maggio 2001, lo sappiamo al momento della denuncia di Emma, quando la concitazione di una madre e gli eventi cominciano a precipitare.
Non vorrei dilungarmi sulla vicenda, nota a tutti noi lettori, ma alcuni aspetti del romanzo sono curiosi, e richiamano persino esempi celebri ( V. Wolf o J. Joyce), nonché filmografia del genere ambientata in sole 24 ore (Magnolia, Short cuts, ecc).

La struttura letteraria è tipica di una sceneggiatura: quattro parti scandiscono la narrazione, (mattina, pomeriggio, sera, notte); la lettura è avvolgente, ritmica: lo scrittore diventa il detective di stati d’animo, colui che ricerca indizi, prove, moventi, fino ad arrivare alla soluzione del rebus: questo è l’incipit dei lavori della Mazzucco che per sua stessa ammissione non vuole essere paragonata a nessun collega d’oggi o del passato ( citato Stendhal e Dostojevsky, nonché Gadda per l’ambientazione nel quartiere Esquilino).

La scrittura ha un doppio andamento o scansione per usare un termine appropriato: il presente, e secondo l’uso anglosassone il “perfetto” per il tempo della memoria che però agisce ancora nel presente…. Ecco il primo motivo che spiega la scelta del titolo.

I personaggi, sono numerosi e complessi : trasudano vita, passione, emozioni a tinte forti , calati nella realtà periferica di una Roma tentacolare e metropolitana che la Mazzucco tanto ama e conosce nel profondo (-“ tuttavia mi sento sempre come un’immigrata a Roma!”- ha confessato),tali e tante sono le cose ancora da scoprire, perché Roma è la città in cui la vita del potere si trova nel suo cuore, in cui le sirene della polizia annunciano un fatto di cronaca scottante.
Ecco allora comprendere un altro motivo per cui possa ritenersi giustificato il Giorno Perfetto, ossia il giorno compiuto, finito, senza lieto fine.

I dettagli curiosi a cui accennavo riguardano la scelta del quartiere (Esquilino) che invero è quello dove viveva la sua famiglia; il nome Emma che era quello della sua nonna, la scelta dei brani musicali, anche suoi preferiti, che hanno il potere di delineare un personaggio, la sua psicologia meglio di quanto facciano le parole; l’utilizzo della tematica del delitto coniugale, ritenuta espressione di una forma di delitto perfetto… e scopriamo che per Melania Mazzucco la ricerca di un soggetto va al di là della semplice intuizione geniale ma parte dall’osservazione vampiresca di chi la circonda, di cosa mangia, di come si muove nello spazio, se defunto ancora meglio, interviene lei a dare voce a chi non può più esprimersi.
-“Quando scrivo sono un minerale, un fungo, la notte è uguale al giorno. Prima però ho la tendenza a scomparire, viaggio, scalo montagne, devo disperdere tutta l’energia che sento dentro”-.
Vorrei concludere citando un’altra espressione dell’autrice che mi ha molto colpito: la Letteratura è una specie di Festa, dove ognuno si conosce a poco a poco.


Autore: franca onofriInviato il: 26 mar 2007 - 13.24
sabato 24 marzo ho visto su rai2 un telefilm della serie Cold case:la storia era Identica a quella del libro della Mazzucco!Violenze famigliari,uccisione della figlia per ritorsione ,il padre assassino era (guarda caso)un poliziotto! Ma la cosa più sconvolgente erano le prime inquadrature in cui la madre dice (testuali parole)alla figlia. "ricordati per sempre questo giorno perfetto".Non credo al caso,ma certo la coincidenza è inquietante.....
Autore: Francesca TerraInviato il: 03 mag 2007 - 12.09
Banana Yoshimoto "L'ultima amante di Hachiko"
La protagonista femminile che è anche la voce narrante non mi è piaciuta per il fatto che ruba i soldi alla madre e per come vive la sessualità. Non è un buon esempio per noi giovani, almeno secondo il mio modesto parere. Hachi trovo che sia un personaggio più positivo perchè ha il coraggio di prendere una decisione "controcorrente", cioè quella di ritirarsi in montagna per pregare e contemplare. E non mi trovo d'accordo con l'autrice quando scrive "Al giorno d'oggi dedicarsi alle pratiche ascetiche è una cosa folle"; allora vuol dire che i tanti monaci e le tante monache fanno qualcosa di folle e strano. Invece, penso che dedicarsi alla preghiera e al lavoro, come si fa nei monasteri, sia una scelta di vita bella ed importante. Infine, non mi sono piaciute le scene di sesso anche perchè ce ne propongono già abbastanza i media.
Copyright © 2002-2007 - Blogs 2.0
dotNetHell.it | Home Page Blogs
ASP.NET 2.0 Windows 2003