Biblioteca Gianni Rodari


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Commenti della coordinatrice del circolo Rodari 2006

UN GIORNO PERFETTO di Melania Mazzucco
Romanzo criminal-popolare se vogliamo citare un titolo ormai noto ai lettori delle biblioteche, girato non scritto, con magistrale dovizia di sfumature, in una Roma che profuma di incenso e patchouli, inondata di sole dalla periferia ai Parioli, in un unico respiro lungo 24 ore. Sembra di assistere alla proiezione di un film di Muccino dove ogni fotogramma esprime concitazione e scene di isterismo soprattutto al femminile!
La Mazzucco sviscera i rapporti familiari con dovizia chirurgica: si è parlato di "anatomia"di una famiglia e, come il flusso sanguigno crea il tessuto umano, la famiglia interagisce su un complesso sistema di emozioni, paure, frustrazioni disgreganti.Il messaggio è che forse viviamo troppo concentrati su noi stessi, credendo ci siano inflitte le punizioni più ingiuste e le rinunce ai sogni adolescenziali quando invece la nostra vita è come la vogliamo, scritta nel destino e concatenata ad altri destini..con un finale sempre imprevedibile.


IL MOSAICO DEL TEMPO GRANDE di Carmine Abate
Un viaggio nella memoria per i giovani italo-albanesi protagonisti di questo variopinto mosaico. Vivono in un paese del sud, Hora a metà tra reale e fantastico; siamo in Italia ma quì si parla e si respira solo alberesce e la lotta contro i Turchi del 1492 è una ferita aperta e sanguinante.
L'autore di origine albanese ma trapiantato a Bolzano, conosce bene questi racconti che si tramandano oralmente e ci rende partecipi di questo tesoro musivo dove ogni tessera è una vita sacrificata all'indipendenza di un popolo schiacciato dal dominatore violento e crudele. A noi lettori è caro il ricordo della "Masseria delle allodole"che lo scorso anno ha stravinto e il paragone con le vicende degli Armeni è d'obbligo.
Un tesoro esiste davvero e il finale è degno di una spy-story.

 
SEMBRANO PROPRIO COME NOI di Daniela de Robert
La De Robert da anni svolge con spirito di abnegazione un'intensa attività di volontariato nel carcere di Rebibbia. Lei è un"art. 17" ossia soggetto con accesso vigilato al carcere. Nasce così un libro che è testimonianza di un rapporto intenso e profondo quanto mai crudo e aspro con la popolazione "carcerata", che la De Robert ama indiscriminatamente, comprendendone i problemi, le ansie,i sogni, le paure, come quella di respirare l'aria aperta!
Il saggio è bellissimo,scritto con l'anima e tutta la sensibilità per chi è fragile fino alla morte.Ci verrebbe da dire"chi è senza peccato....".

LA FORZA DEL PUDORE di Andrea Tagliapietra
Piccolo saggio sul significato e la valenza del Pudore: l'excursus è assai ampio e abbraccia epoche e studiosi di filosofia come di letteratura, accomunati dall'aver cercato di tracciare attraverso il loro pensiero, le caratteristiche etico-politiche, sociali del pudore.Così anche Tagliapietra docente di storia della filosofia esprime la sua posizione.
Il pudore era una foglia di fico, un velo per lo scultore Corradini, il consenso-diniego di J.Austen e le sue fanciulle, poi l'integralismo musulmano e il timore divino. Per certi aspetti oggi ne abbiamo un vago ricordo, ossia assumere un atteggiamento pudico non si sa bene cosa significhi in uno scenario dominato da spettacolarità e ogni sorta di provocazione.
Perciò l'importanza di recuperare il senso della misura, preservare l'intimo bisogno di noi stessi, recuperare la tutela della nostra vulnerabile Anima,vergognarci un pò di più, scoprire e non denudare, tornare ai valori che dietro un sano rifiuto esprimevano il bisogno di una seconda pelle come sosteneva V. Hugo.

L'AMORE IN SE' di Marco Santagata
L'amore in se come "work in progress"spicanalitico
L'amato "Canzoniere" del Petrarca è il tramite per ri-vivere una storia d'amore che 40 anni fa, ma sembra ora, scuote l'animo, inteso come fusione di mente e cuore di Fabio. Non un semplice professore di letteratura perdipiù in trasferta nella gelida Ginevra, ma appassionato docente, quelli che, razza estinta, trasudano passione per la materia e si ricordano una vita.
Fabio tuttavia soffre di un male comune, il male oscuro che apre ferite mai cicatrizzate:stanco della vita, deluso dai rapporti umani, vacui, effimeri, proprio durante la sua lezione inaspettatamente.. ritrova Bubi. Bubi è la sua dolce Laura, e come sillogismo perfetto la fanciulla rappresenta il desiderio allo stato puro, poetico e carnale. Un'ideale irragiungibile, che svela tutta la fragilità di Fabio, resa palpabile al lettore dall'intercalare continuo e magistrale della poesia petrarchesca così lieve e musicale, con la narrazione a volte drammatica di un percorso di vita che potrebbe essere di ognuno di noi.

SEZIONE INTERNAZIONALE:
 
A BRUCIARMI E' STATO IL SOLE di Calixthe Beyala
mi sono chiesta più volte durante la lettura perchè "A bruciarmi è stato il sole".Sarà forse la negritudine di Ateba, che ne fa una femminista ante-litteram nel così profondo e fangoso QG di AWU? Così NERA,arsa dal sole, eppure così BIANCA come le donne europee "civilizzate" ed evolute? Quelle i cui diritti sono sbandierati dai movimenti femministi degli anni 60 proprio sotto il naso dei colleghi uomini? Oppure il caldo torrido e il malessere di una perpetua e cronica insolazione che ci rende apatici di fronte alla costrizione dettata dalle tradizioni millenarie, che fa dell'uomo il padrone dell'universo e obbliga le donne ad una sottomissione animale e violenta? Ateba è sì ribelle ma alla fine invischiata nel fango del ruolo di una meretrice in nome di un amore impossibile, del richiamo di una Natura così istintiva e impulsiva. L'Io narrante è la Voce della Madre, della Coscienza genitrice, dell'Anima che nulla può per fermarla se non quando ormai ceduto il corpo alla seduzione infima, Ateba cessa di vivere sacrificandosi per un ideale irragiungibile..Irene.

CLIMA DI PAURA di Wole Soyinka
Come si può applicare un'ideologia marxista in Africa? O più semplicemente come si può applicare un'idea europeista o solo occidentale o ancor meglio...cosa c'entra la razza bianca con l'immenso patrimonio di risorse che è l'Africa?
Questi potrebbero essere gli interrogativi di fondo di Soynka che da illustre Nobel e prolifico drammaturgo svolge una serie di amare considerazioni su come la sua terra chiamata Africa sia profondamente mutata a seguito dell'imbarbarimento subito dai coloni occidentali.
Il clima di paura è quello esercitato dai governi di tutto il mondo, dai capi locali corrotti dalla "Scimmia bianca", capi che per nulla preoccupati di salvaguardare le tradizioni e la cultura locale, si assoggettano al facile guadagno e allo sterminio degli stessi fratelli.
"La proprietà è un furto" dice Marx, ma in Africa cos'è la proprietà? Concetti di "giustizia rivoluzionaria" o "proprietà intellettuale" sono così lontani dalla natura fiera e selvaggia che si respira nella savana o nei villaggi di fango dove, si parte per affrontare i leoni e non si sa se si farà ritorno.
Oggi in Africa esistono i semi-stati e Soynka si domanda cosa rappresentino, dato che esercitando forti repressioni sull'umana natura, non favoriscono nè la proliferazione, nè la salvaguardia dei più elementari diritti: uno su tutti, la libertà di parola.
In conclusione l'autore di fronte a quell'evento che l 11 settembre a New York sconvolse il mondo, dice:"In Africa per quanto grave e delittuoso sia il terrorismo e le violenze, nessuno ha interesse che il mondo lo sappia.. e si fermi a riflettere".

Alessia Ceccarelli
 











 



Categoria: Commenti ai libri
venerdì, 28 lug 2006 Ore. 12.37
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