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Pre.mio Biblioteche: In bilico fra romanzo e realtà - 3° parte

 Pre.mio Biblioteche: In bilico fra romanzo e realtà - 3° parteSezione narrativa: Melania Mazzucco "Un giorno perfetto"di Luciana Raggi - Circolo Villa LeopardiRAPPORTI FRA I PERSONAGGI1 Antonio Buonocuore – 2 Emma Una ex-coppia. Il loro matrimonio era durato dodici anni, poi “si era trasformato in un processo e poi in una continua pena inflitta, da Antonio ad Emma, e da Emma ad Antonio- ognuno escogitando, forse senza saperlo, il modo più raffinato e doloroso di torturare l’altro 
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giovedì, 16 nov 2006 Ore. 13.35

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Autore: ALESSIA CECCARELLI BIBL. GIANNI RODARIInviato il: 22 nov 2006 - 11.06
UN GIORNO PERFECTO

Marina Zancan, l’illustre curatrice dell’incontro con Melania Mazzucco, esordisce dicendo che non è affatto facile presentare uno scrittore di chiara fama e già affermato: di fatto, la Mazzucco malgrado la sua giovane età, ha già sulle spalle un curriculum di tutto rispetto e numerosi Premio Strega incassati.
Mazzucco si è presentata ai lettori delle Biblioteche, convenuti copiosi nella bellissima sala dell’Accademia di S. Luca, parlando sinceramente di sé, del suo scrivere, della sua approfondita ricerca letteraria, stupendo il pubblico oltre che con una notevole cascata di capelli neri e folti, con un incedere verbale sicuro e assai “tecnico” riguardo alla stesura del suo ultimo libro.

Il GIORNO PERFETTO è il 4 maggio 2001, lo sappiamo al momento della denuncia di Emma, quando la concitazione di una madre e gli eventi cominciano a precipitare.
Non vorrei dilungarmi sulla vicenda, nota a tutti noi lettori, ma alcuni aspetti del romanzo sono curiosi, e richiamano persino esempi celebri ( V. Wolf o J. Joyce), nonché filmografia del genere ambientata in sole 24 ore (Magnolia, Short cuts, ecc).

La struttura letteraria è tipica di una sceneggiatura: quattro parti scandiscono la narrazione, (mattina, pomeriggio, sera, notte); la lettura è avvolgente, ritmica: lo scrittore diventa il detective di stati d’animo, colui che ricerca indizi, prove, moventi, fino ad arrivare alla soluzione del rebus: questo è l’incipit dei lavori della Mazzucco che per sua stessa ammissione non vuole essere paragonata a nessun collega d’oggi o del passato ( citato Stendhal e Dostojevsky, nonché Gadda per l’ambientazione nel quartiere Esquilino).

La scrittura ha un doppio andamento o scansione per usare un termine appropriato: il presente, e secondo l’uso anglosassone il “perfetto” per il tempo della memoria che però agisce ancora nel presente…. Ecco il primo motivo che spiega la scelta del titolo.

I personaggi, sono numerosi e complessi : trasudano vita, passione, emozioni a tinte forti , calati nella realtà periferica di una Roma tentacolare e metropolitana che la Mazzucco tanto ama e conosce nel profondo (-“ tuttavia mi sento sempre come un’immigrata a Roma!”- ha confessato),tali e tante sono le cose ancora da scoprire, perché Roma è la città in cui la vita del potere si trova nel suo cuore, in cui le sirene della polizia annunciano un fatto di cronaca scottante.
Ecco allora comprendere un altro motivo per cui possa ritenersi giustificato il Giorno Perfetto, ossia il giorno compiuto, finito, senza lieto fine.

I dettagli curiosi a cui accennavo riguardano la scelta del quartiere (Esquilino) che invero è quello dove viveva la sua famiglia; il nome Emma che era quello della sua nonna, la scelta dei brani musicali, anche suoi preferiti, che hanno il potere di delineare un personaggio, la sua psicologia meglio di quanto facciano le parole; l’utilizzo della tematica del delitto coniugale, ritenuta espressione di una forma di delitto perfetto… e scopriamo che per Melania Mazzucco la ricerca di un soggetto va al di là della semplice intuizione geniale ma parte dall’osservazione vampiresca di chi la circonda, di cosa mangia, di come si muove nello spazio, se defunto ancora meglio, interviene lei a dare voce a chi non può più esprimersi.
-“Quando scrivo sono un minerale, un fungo, la notte è uguale al giorno. Prima però ho la tendenza a scomparire, viaggio, scalo montagne, devo disperdere tutta l’energia che sento dentro”-.
Vorrei concludere citando un’altra espressione dell’autrice che mi ha molto colpito: la Letteratura è una specie di Festa, dove ognuno si conosce a poco a poco.


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