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LEFT ScrittoriNonPerCaso: 2° racconto selezionato

LEFT ScrittoriNonPerCaso: 2° racconto selezionato   Il 2° racconto selezionato da Paola Gaglianone, curatrice della rubrica su LEFT/Avvenimenti in anteprima sul nostro Blog dei Circoli di lettura.Incipit n.°2: FUGA VERSO IL DOMANI (storia d'avventura)Si guardò intorno e una strana sensazione di malessere la prese alla gola: tutto all'improvviso sembrava stinto, estraneo, freddo. Aprì la porta, aveva bisogno di respirare...Sul prossimo numero di LEFT in uscita venerdì il nuovo inci 
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Categoria: BiblioCompetition
mercoledì, 13 set 2006 Ore. 11.47

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Commenti

Autore: AndreaInviato il: 18 set 2006 - 12.21
Innanzitutto vorrei chiedere scusa a tutti coloro che hanno scritto e letto commenti relativi al racconto "Fuga per il domani".
Vorrei scusarmi per il fatto di intervenire soltanto adesso (a distanza di qualche giorno dal mio primo intervento) ma ho partecipato al festival della filosofia di Modena, Carpi, Sassuolo dove la pioggia battente mi ha impedito la ricerca aprofondita di un centro internet.
Proprio il festival della filosofia mi fornisce l'incipit per il primo elemento che vorrei introdurre in risposta al passaggio dell'intervento di Livia Bidoli (Nuove frontiere autoriali) dove si sostiene la poca importanza del rispetto delle regole (nel caso specifico relativamente al fatto che il racconto di Andrea Bonanni superi il numero di battute previstao da Left); alcuni secoli addietro Spinoza esplicitò in modo chiaro la fondamentale importanza del concetto di relazione e proprio la relazione è l'aspetto centrale sul quale vorrei concentrarmi.
Ritengo che il fatto sgradevole di aver superato il limite delle battute concesso sia uno schiaffo all'essenza della relazione; mi spiego meglio.
Quando si partecipa a un concorso è intrinseco il confrontarsi-relazionarsi con altri e stare dentro i dettami delle regole è necessario per dare essenza al concetto di relazione (essenza che nel caso specifico si esplicita nel rispeto per gli altri); in sostanza io ritengo davvero sconveniente non rispettare i limiti di battute non per una questione "letteraria" ovvero perchè scrivendo più battute si ha più possibilità di "esprimere (non sempre vero; tra l'altro) ma per una questione etica; non rispetto gli altri che sono in relazione con me nello spazio specifico (in questo caso la partecipazione a un concorso letterario).
A questo punto vorrei entrare in modo specifico sulla costruzione sui contenuti del racconto sperando di rspondere ache all'autore, a paola Gaglianone (che ringrazio per la sua disponibilità al confronto, agli altri intervenuti.
Ho definito il racconto mediocre; mediocre dal latino medius (che è in mezzo) tra il buono e cattivo, tra il grande e il piccolo.
Questo tratto spesso mostra la mancanza di personalità, di carattere di un qualcosa (in questo caso di un racconto); un pò come quei vini bianchi che accompaganno alcune nostre cene; scivolano, non si avvertono, non ti regalano niente.
Questo si avverte dal racconto di cui stiamo discutendo.
Questo aspetto prescinde dalle chiavi di lettura (mi rivolgo a Andrea Bonanni); non c'entra con il verosimile o l'inverosimile, con il grottesco o con il banale; un racconto così come qualunque altra "opera d'arte" prescinde da tutto anche da se stessa e anche da qualunque spiegazione da parte dell'autore.
La "mediocrità" del racconto non è dovuta alla mancanza di chiarezza su diverse chiavi di lettura ma alla mancanza di "forza" che ha.
Paolo Gaglianone nel suo intervento in risposta a me dal titolo" Perchè solo il negativo?" scrive:"Scrittorinonpercaso e' uno spazio messo a disposizione di scrittori non professionisti ,che deve invogliare il pubblico di Left ad esprimersi attraverso la scrittura"; questo è lodevole e più che lodevole è piacevole ma bisogna intendersi sul significato di scrittura.
Scrivere significa far fluttuare nell'"aere" emozioni, sensibilità, immagini più o meno azzeccate? Oppure scrivere significa creare, essere incisivi, fare male, regalare spunti e stimoli, innovare?
Paola, sinceramente non credo che la scrittura sia patrimonio esclusivo degli scrittori professionisti e proprio per questo bisogna far riflettere seriamente chiunque scriva o si appresta a scrivere sull'importanza e sulla bellezza di tale arte e una scrittura (a qualunque grado di complessità) deve racchiudere i codici prima citati).
Vorrei chiudere questo intervento con una proposta che spero Paola Gaglainone e Livia Bidoli vogl
Autore: AndreaInviato il: 18 set 2006 - 12.26
Comprendo bene che per esigenze editoriali su Left si possa pubblicare un solo racconto a settimana ma in questo blog (con l'approvazione di Livia) Paola potrebbe selezionare quattro-cinque racconti a settimana (auspicabile anche qualche racconto relativo ai due incipit passati) magari differenti per costruzione e linguaggio.
Ritengo che possa essere molto interessante e che possa favorire un magma riflesivo da non sottovalutare.

Autore: SabrinaInviato il: 19 set 2006 - 10.43
Sono pienamente daccordo con quello che scrive Andrea sia riguardo al rispetto delle regole sia rispetto al resto; mi sembra anche che motivi in modo molto chiaro le sue posizioni; infine sono daccordo con la sua proposta che lascia un segno costruttivo al dibattito.

Autore: giuliaInviato il: 19 set 2006 - 12.33
trovo molto interessante la piega che sta prendendo il discussione. è bello ci sia uno spazio per parlare di queste cose. Andrea è stato molto chiaro (anche io sono pienamente d'accordo sull'importanza delle "regole" e sulla necessità di rispettarle, per dare un senso al vivere sociale e valore alle nostre azioni) e sostengo pienamente la sua proposta. trovo possa essere un modo veramente interessante e originale di confrontarsi sulla "scrittura", e magari -perché no?- imparare (e scoprire) qualcosa (o qualcuno) di nuovo!
mi piacerebbe avere un parere dalla redazione. capire cosa ne pensa e se ritiene sia realizzabile.


Autore: ricaInviato il: 19 set 2006 - 13.33
Che bello, si è realizzato un bel movimento mi pare, la discussione sollevata ha coinvolto più di uno, ci manca solo la voce di Paola Gaglianone in merito alla proposta di pubblicare più racconti sul blog oltre a quello selezionato per Left.
Ribadisco che rispettare le 2000 battute è importante per i motivi che sono già emersi, poi in merito al valore di ciascun racconto e a quello che questo suscita noto che vi sono giustamente giudizi anche molto diversi. Nel mio piccolo ho fatto un' indagine e ho raccolto reazioni molto discordanti: W il confronto dialettico!
Autore: FrancescoInviato il: 08 ott 2006 - 17.21
Leggo solo ora e commento. L'autore scrive tecnicamente molto bene, ma che ci vuoi dire? che immagine narrativa c'è in uno schizofrenico che minaccia il suicidio di fronte alla moglie anaffettiva e del tutto indifferente? non prenderla come una critica negativa, ma non posso far a meno di confrontarmi con te come scrittore: che vuoi comunicarci di te? dei rapporti tra esseri umani? tra QUESTI due esseri umani, una più malata dell'altro? un elogio al presunto fascino noir della pazzia distruttiva? ripeto la domanda: che ci dici di te? perché a me pare che dici del nulla.
Autore: biografia o raccontoInviato il: 09 ott 2006 - 19.22
caro francesco
a mio parere un racconto non deve necessariamente parlare di noi stessi..
senza diagnosticare personaggi schizofrenici o anaffettivi possiamo trarre spunto da una situazione di coppia che scade, si esaurisce, senza tazze che volano o improperi di sorta?
anzi la negazione del dolore a volte oltre che patologica puo' essere una via di scampo??
Secondo me il racconto fa il suo dovere:
a) incuriosisce
b) provoca differenti reazioni a seconda del personaggio con cui ci "identifichiamo"..
In "circaduemilabattute" scusate se è poco!!

Autore: Andrea B.Inviato il: 09 ott 2006 - 21.08
Ciao Francesco, ma perchè dovrei dire qualcosa di me in maniera esplicità?
Un racconto, per come lo intendo io, deve essere divertente ed avere ritmo. A me queste due caricature di esseri umani in fondo sono simpatiche. Ti giuro che non ho mai letto la frase "Forse qualcuno di questi uomini...etc etc" senza ridere. E' l'unica cosa che il marito-androide può dire, conseguenza necessaria del suo breve monologo autoanalitico. A me ispira una simpatica compassione. E' come un robot che, vedendo i suoi circuiti scoperti, scoprisse di non essere umano, e confessasse la sua meccanica disumanità pronunciando una frase coerente con le premesse che lui stesso ha posto, ma assolutamente fuori luogo in un contesto reale (la moglie lo sta accannando).
Comunque, sia nell'uomo che nella donna c'è un pò di me. Come a volte accade.
Un saluto - Andrea (bonans@tiscali.it)
Autore: FrancescoInviato il: 30 ott 2006 - 13.33
Leggo e rispondo solo ora, in ritardo.
Quella che chiami "la negazione del dolore" non è quello che c'è nel racconto. Nel racconto io vedo e sento l'indifferenza assoluta, il vuoto. Mancano persino le dinamiche "negative", come la depressione, il dolore appunto, o l'odio. Perché cè il vuoto spinto.
Non dico inoltre che nei racconti si debba per forza descriversi; ma certo la descrizione delle dinamiche tra esseri umani non può non essere influenzata dalla propria identità di esseri umani.
Autore: FrancescoInviato il: 30 ott 2006 - 13.38
Scusa per il ritardo.
"E' come un robot che, vedendo i suoi circuiti scoperti, scoprisse di non essere umano", dici. Questo è il punto. Tu hai descritto un robot, non un uomo. Come ho scritto nel commento precedente, hai descritto un non-movimento di un non-uomo, ossia il vuoto spinto, l'indifferenza. E ci hai aggiunto quella della donna, che senza nessun coinvolgimento per l'uomo con cui stava (giusto?) ha solo una preoccupazione, salvare la pelle. La propria. Altro vuoto, altra non-umana. Troppo spesso gli autori horror, secondo me, cadono in questo "baratro" psicologico.
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