“Abbiamo cercato di fare un lavoro onesto. E se qualcuno rognerà, lasciamolo rognare. A noi che ce ne importa?”. Sono le ultime parole de “La grande bugia” di Giampaolo Pansa. Io non intendo rognare, ma ringraziare questo importante scrittore di sinistra che con i suoi ultimi libri (I figli dell’Aquila, Il sangue dei vinti, Sconosciuto 1945 e quest’ultimo) ha cercato di riempire quelle “zone d’ombra” nella storia della Resistenza, durante e dopo la fine della guerra civile, e riportare gli “ecce
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