Diocesi di Oristano. Le ferie del don, oltre i confini del proprio status
Che c'è di meglio del rientrare rinfrancati in parrocchia, dopo un tempo di ferie significativa e arricchente per le esperienze forti maturate in contesti e realtà differenti per cultura, religione o confessione cristiana? Solo dal confronto e incontro con l'altro, senza pregiudizi e nel massimo rispetto reciproco, si accresce e si comprende meglio la nostra identità. Vivere la dimensione dell'andare verso, che si traduce in accoglienza, è decisivo per evitare una sorta di chiusura a riccio, umana e spirituale. Incontrare e lasciarsi incontrare. Ricevere e donare. Ascoltare e comunicare. E' questo che ci aiuta ad aprire finestre e a gettare di contuno ponti, così da tenere collegato il nostro piccolo mondo con il tutto che ci circonda.
Ma quanto viene difficile e quanto è tuttavia positivo fare la valigia e partire verso luoghi dove non si è conosciuti, dove non si è qualcuno perché si è qualcosa o per il ruolo che si ha a casa propria. Ci sono posti, infatti, dove l' essere sacerdoti dice poco o nulla. Eppure quanto è importante non scartarli a priori. Quanto è importante aprirsi ad altri mondi, seppur continuando ad essere quel che si è nel profondo. Sono le vacanze oltre i confini del proprio status, dove chi ti incontra lo puoi raggiungere unicamente facendo ricorso al tuo bagaglio valoriale, alla tua sola umanità aperta. E in quei contesti, si dice ed è vero, che talari, titoli e quant'altro non...funzionano.
lunedì, 03 lug 2006 Ore. 17.40