Nel XIX secolo non è stato facile per la Santa Sede trovare qualcuno che volesse fare il vescovo ad Oristano. La sede è stata per ben tre volte vacante per un totale di 26 anni. Una sorta di paura matta, forse dovuta all'insalubrità del posto e al flagello della malaria. Ce lo racconta meglio il canonico Carta, tre volte vicario generale della Diocesi neI secolo scorso, in questo stralcio tratto dalla sua lettera circolare
Al Venerabile Clero e Popolo dell'Archidiocesi di Oristano.
Il canonico belviese, Pietro Carta (Prelato domestico di S.S., Arciprete della Metropolitana di Oristano
nello spirituale e nel temporale sede vacante, Vicario generale
capitolare), in seguito alla morte di mons. Delrio (5\5\1938), governò la diocesi, sino all'arrivo di mons. Giuseppe Cogoni (12\3\1939).
Il Carta comunica anzitutto che
"le nostre responsabilità volgono al termine e comunica al Clero ed al Popolo l'auspicata notizia del prossimo ingresso del nuovo Pastore. Clero e Popolo viveva nell'ansia e nell'attesa: ed il clero pregava tra il vestibolo e l'altare, per avere il Pontefice, guida sicura nel suo ministero, in abito di penitenza, chiedeva a Dio il Pastore delle anime, vivamente desiderato". E poi ricorda anche la triste piaga di parecchi vescovi arborensi che una volta nominati, se ne restavano tranquillamente là dov'erano
: "Se però rivolgiamo indietro il nostro pensiero, facilmente rileveremo che questa vacanza della nostra Sede, non fu tra le più protratte. Già parecchi degli antichi Arcivescovi di Oristano, non erano alieni dal passare lontani dalla Sede, gran parte dell'anno: ricevevano anzi la nomina, ma non raggiungevano la residenza: dando ai fedeli l'esempio di Pastori che preferivano abitare lontano dal gregge".
E poi continua facendo qualche esempio: "
La sede rimase vacante per 7 anni dal 1812 al 1819; per 7 anni dal 1821 al 1828; per 12 anni dal 1860 al 1872: e solo nelle successioni a noi vicine, il decorso fu sempre regolare".
Le attese di oggi sono davvero ben poca cosa confrontate con quelle descritte dal Carta. Ignorando la storia, e senza parametri di confronto, tutto ci appare in un'ottica da tempi biblici.