Passo di Tascusì. A pochi chilometri da Desulo c'è chi crede sia apparsa la Medonna e anche il Figlio, almeno a quanto sta scritto su di una delle tante lapidi, collocate in una sorta di santuario a cielo aperto, dove si legge:
Qui è apparso Gesù incoronato di spine lasciandosi fotografare" il 10 aprile 1996 alle ore 12.30"! Da queste poche parole, sistemate alla base di una delle tante croci da qualche paparazzo con tanto di orologio, si capisce molto bene come
qui chiunque è libero di dire e scrivere tutto e il contrario di tutto. Poco importa se un tal modo di fare carpisce la buona fede di chi vi accorre in momenti di grande sconforto e difficoltà. Per l'attuale parroco, don Valerio Casula, tuttavia non vi sono dubbi, la collina del passo di Tascusì e le supposte apparizioni
sono "frutto di
strumentalizzazioni da parte di persone con fini poco chiari", come ha dichiarato in una intervista rilasciata a La Nuova Sardegna in data odierna.
UN PO' DI STORIA. Le presunte apparizioni mariane al passo
Tascusì di Desulo ebbero inizio alla fine degli anni Ottanta. Fu l'allora parroco, don Domenico Obinu, scettico sin dal primo momento, a raccogliere il materiale offertogli dalla veggente e a consegnare il tutto all'arcivescovo di Oristano, mons. Pier Giuliano Tiddia. La risposta fu negativa, e non poteva essere altrimenti, visti lo svolgimento dei fatti e il contenuto del testo. Non riscontrando nulla di soprannaturale, mons. Tiddia, proibì qualsiasi incontro di preghiera o celebrazione eucarestica, per qualsiasi ragione, a qualsiasi sacerdote, diocesano o no. E, nonostante, questo esplicito divieto, da 25 anni, dapprima la
sorgente e poi, in tempi più recenti, il costone sovrastante, sono meta incessante di "pellegrinaggi", privati e collettivi. L'area è diventata una sorta di
Far West mariano, come si evince dalle foto, con tanto di
croci,
statue e
statuine, rosari, oggetti sacri. Non sono pochi, infatti, quelli che vi giungono da ogni dove dell'Isola per pregare,
collocarvi una croce col nome del proprio paese,
attingere l' acqua "miracolosa", con tanto di
esortazione a non litigare ma ad essere cortesi, nel guardare verso il cielo e implorare una grazia. E' stata pure issata una
croce, alta tre metri, e benedetta da un monsignore, che si illumina durante la notte e attira gli sguardi di quanti da lontano percorrono la Fonni - Desulo.
Certo pregare la Vergine è una cosa santa, e i desulesi lo sanno bene, tant'è vero che a soli 200 metri dal sito delle presunte apparizioni hanno edificato, all'inizio del secolo XX, una chiesa dedicata a Dio in onore della Madonna della Nevi. Chiesa e simulacro ignorati, invece, del tutto da chi, ogni 10 del mese, immancabilmente sale a Tascusì a caccia di apparizioni e miracoli! Le centinaa di persone che vi si portano non di rado sono segnate dalla malattia e provate nella fede, vivono sulla apropria pelle situazioni estreme in ambito famigliare, sperano
nell'impossibile. Grazie ad una sorta di passaparola giungono in questo passo montano certi che Tascusì costituisca la
frontiera dell'impossibile. Che fare? Come intercettare queste richieste profonde di salute, fede, pace e perdono? Come aiutare questi "pellegrini" a capire che le loro preghiere, seppure legittime, vanno indirizzate diversamente? Sino ad oggi, non sono bastati i divieti. Chi si porta da quelle parti lo constata di persona e anche le foto di corredo al pezzo lo stanno a dimostrare. Lasciar perdere è servito a ben poco. Ma quando ci si pone la domanda: che si può fare? Non è semplice trovare la o le risposte adeguate al caso.