Vi siete mai chiesti se nel nostro territorio esiste un sito che si potrebbe definire come la culla della fede cristiana? Qual e', in altre parole, il luogo piu`significativo e caro alla nostra chiesa diocesana? Vorrei azzardare una risposta, che spero sia confortata da chi naviga oppure smentita. Mi pare di poter rintracciare questo sito originario nel
battistero paleocristiano di Tharros. Attualmente, a dire il vero, abbastanza in ombra, non solo perche' ha smesso da tempo di essere il luogo dove si rinasce dall'acqua e dallo spirito ma anche in quanto, in diocesi, quasi e' misconosciuto dalla maggior parte dei credeni o no. Basti pensare che agli stessi turisti, poi, l'area e' interdetta. Ecco, questo
spazio battesimale, lo si potrebbe definire a buon diritto: la culla della nostra fede cristiana? Che ne pensate? E, soprattutto, cosa si potrebbe fare per farlo conoscere meglio e renderlo fruibile?
Se ci lasciamo alle spalle Tharros, poco distante, lungo la statale che porta a Cuglieri, ci s'imbatte in un secondo battistero paleocristiano. Lo si trova, guarda caso, nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista di Nurachi. Anche questo battistero, non integro purtroppo nelle sue fattezze, andrebbe valorizzato dandogli il giusto risalto che merita.
Infine, sempre nel territorio della provincia di Oristano, ma in diocesi di Alghero-Bosa, nel vetusto sito archeologico di Cornus, si incontra il terzo battistero paleocristiano, depredato a suo tempo dei marmi e delle colonne che ne facevono un pezzo unico nell'isola. Ancora oggi appare come il piu`significativo per la grandezza della vasca, la serie dei gradini per scendervi e per quel che rimane della sua antica bellezza. Tutto il sito, raggiungibile passando per 3 km di strada bianca, versa da tempo in una situazione di totale abbandono. Eppure meriterebbe ben altra attenzione e considerazione, con operatori sul posto per accoglierei turisti, che almeno d'estate, non mancherebbero.
Tre battisteri per i quali le istituzioni dovrebbero lavorare in sinergia. E, a questo proposito, perche' non immaginare le due Diocesi, la Provincia, i Comuni interessati e la Soprintendenza unite nel recupero e nella creazione di itinerari religioso-culturale.
Per quel che attiene strettamente la diocesi arborense, i tre battisteri andrebbero fatti conoscere in occasione delle catechesi battesimali degli adulti e non solo, trattandosi di un patrimonio che rimanda al catecumenato della chiesa nascente. Ma, soprattutto, il battistero di Tharros dovrebbe attirare maggiormente l'attenzione effettiva e fattiva della chiesa arborense.
E' da qui, infatti, che coloro che ci hanno preceduto nel cammino della fede, sono rinati a nuova vita. Là', a Tharros, c'e' la culla di ognuno di noi.