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Libri che passione!

Amanti e regine di Benedetta Craveri è un libro scorrevole nello stile, dettagliato e ricercato nelle descrizioni e nelle citazioni storiche. Offre un quadro storico della Francia, dal 1500 ca. alla Rivoluzione francese, chiaro e particolareggiato, attraverso le sue donne più famose.Daniela Tumminello - Circolo di lettura Rodari 
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Categoria: Commenti ai libri
martedì, 25 lug 2006 Ore. 13.42

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Autore: ALESSIA CECCARELLI BIBL. GIANNI RODARIInviato il: 31 lug 2006 - 09.13
Ieri (1856) come oggi, il pacifico popolo Xhosa è diviso dalle lotte tra Credenti e Miscredenti.
La storia si ripete inesorabile a causa di un polo di attrazione turistica su cui aleggia lo sparviero dominatore bianco.
C'è il rischio di operare attraverso una politica di eccessivo sfruttamento territoriale, lo sterminio della popolazione come all'epoca della profetessa Nongqawuse, che auspicò un imminenete ritorno degli Avi in sella ai loro cavalli, con lance infuocate, in cambio della fine di devastanti epidemie.Il prezzo da pagare era alto: l'abbattimento di tutti i capi di bestiame, unica fonte di sostentamento e ricchezza.
Naturalmente nessun fantasma si è mai palesato agli sfortunati Xhosa, ma la morte per fame e la distruzione dell'intero territorio sì.
Il libro di Mda è un tesoro, ricco delle principali tematiche della letteratura africana e l'autore offre la possibilità di seguire in contemporanea le vicende di due longeve generazioni: sfruttando il procedimento di una narrazione comparata.
Si susseguono immagini suggestive di probabili visioni oniriche, intercalate alle vicende e all'amore tra Camagu e Xoliswa Ximiya. Mda ci traghetta lentamente sulle rive del fiume Gxarha, a contatto con i suoi abitanti e gli izitibiri (i suoni), per conoscerne a fondo le affascinanti tradizioni.
Autore: ALESSIA CECCARELLI BIBL. GIANNI RODARIInviato il: 09 nov 2006 - 14.51
LA FORZA DEL PUDORE, MA LA VERA FORZA SIAMO NOI

Massimo Onofri, membro del Comitato scientifico designato dal Premio Biblioteche di Roma, nonché docente di Lingue e Letterature, ha introdotto molto simpaticamente il saggio di Andrea Tagliapietra “La forza del pudore”, e ieri 8 novembre ha incontrato i lettori alla Biblioteca Villa Leopardi.

Tagliapietra non ama definirsi filosofo, ma molto pudicamente “storico del pensiero filosofico”: non ama richiamare l’attenzione su di sé, e come successe all’università di Sassari, la sua presenza è passata quasi inosservata se non fosse stato per un suo collega, estimatore anonimo, come lo stesso Onofri ha ammesso, che invero ne ha sempre colto la profondità di intuizione, promuovendo ora il a distanza di un decennio il suo interessante saggio.

La conversazione che ha coinvolto piacevolmente noi lettori e protrattasi quasi fino al limite d’orario consentito, si è articolata attraverso i massimi sistemi e livelli della storia della filosofia e diciamo così, ha abbracciato virtualmente il pensiero aristotelico come quello roussoniano, fino ad approdare a Galimberti (Le cose dell’amore) ; un volo pindarico che ha sfiorato la filosofia analitica, quella complementare e infine la inclusiva, fondata sulla pluralità di interazioni.
Tutt’altro che agevole comprendere per chi non mastica la materia, ma il preambolo è necessario per capire a cosa approda il pensatore Tagliapietra, che per sua stessa ammissione nega il “Divenire”(vedi Parmenide) e partendo dall’Essere si propone di incarnare il Filosofo PURO.
Così il saggio proposto, parte dall’analisi del Pudore attraverso il triplice paradigma storico, antropologico, ontologico…per lasciarci senza una sua precisa definizione…altro problema del filosofo è che non approda mai alla Verità.

Insomma, il Pudore è Uomo e non Donna (perché il mondo delle Idee si è sviluppato al maschile), è Nero e non Rosso sgargiante…l’acqua cheta e non il mare in tempesta: una metafora dello specchio, un altro modo di percepire la sincerità, il riserbo, l’accettazione del proprio destino, come in un’Annunciazione di Lorenzo Lotto.
Avrei voluto fare una domanda anch’io in veste di umile appassionata lettrice, ossia cos’è il pudore per l’uomo Tagliapietra, non per il filosofo o storico delle Idee che dir si voglia.
Però alla fine l’ho capito quando dolcemente ha detto di dedicare il suo breve saggio al più bel dono che abbia mai ricevuto: suo figlio, nato in concomitanza col “pensiero pudico” di poter guadagnare anche solo un altro lettore un giorno, ma sicuramente la sua gioia più intensa e profonda.




Autore: Ceccarelli AlessiaInviato il: 09 nov 2006 - 16.16
LA FORZA DEL PUDORE, MA LA VERA FORZA SIAMO NOI

Massimo Onofri, membro del Comitato scientifico designato dal Premio Biblioteche di Roma, nonché docente di Lingue e Letterature, ha introdotto molto simpaticamente il saggio di Andrea Tagliapietra "La forza del pudore", e ieri 8 novembre ha incontrato i lettori alla Biblioteca Villa Leopardi.
Tagliapietra non ama definirsi filosofo, ma molto pudicamente "storico del pensiero filosofico": non ama richiamare l'attenzione su di sé, e come successe all'università di Sassari, la sua presenza è passata quasi inosservata se non fosse stato per un suo collega, estimatore anonimo, come lo stesso Onofri ha ammesso, che invero ne ha sempre colto la profondità di intuizione, promuovendo ora il a distanza di un decennio il suo interessante saggio.
La conversazione che ha coinvolto piacevolmente noi lettori e protrattasi quasi fino al limite d'orario consentito, si è articolata attraverso i massimi sistemi e livelli della storia della filosofia e diciamo così, ha abbracciato virtualmente il pensiero aristotelico come quello roussoniano, fino ad approdare a Galimberti (Le cose dell'amore) ; un volo pindarico che ha sfiorato la filosofia analitica, quella complementare e infine la inclusiva, fondata sulla pluralità di interazioni.
Tutt'altro che agevole comprendere per chi non mastica la materia, ma il preambolo è necessario per capire a cosa approda il pensatore Tagliapietra, che per sua stessa ammissione nega il "Divenire"(vedi Parmenide) e partendo dall'Essere si propone di incarnare il Filosofo PURO.
Così il saggio proposto, parte dall'analisi del Pudore attraverso il triplice paradigma storico, antropologico, ontologico.per lasciarci senza una sua precisa definizione.altro problema del filosofo è che non approda mai alla Verità.
Insomma, il Pudore è Uomo e non Donna (perché il mondo delle Idee si è sviluppato al maschile), è Nero e non Rosso sgargiante.l'acqua cheta e non il mare in tempesta: una "metafora dello Specchio", un altro modo di percepire la sincerità, il riserbo, l'accettazione del proprio destino, come in un'Annunciazione di Lorenzo Lotto.
Avrei voluto fare una domanda anch'io in veste di umile appassionata lettrice, ossia cos'è il pudore per l'uomo Tagliapietra, non per il filosofo o storico delle Idee che dir si voglia.
Però alla fine l'ho capito quando dolcemente ha detto di dedicare il suo breve saggio al più bel dono che abbia mai ricevuto: suo figlio, nato in concomitanza col "pensiero pudico" di poter guadagnare anche solo un altro lettore un giorno, ma sicuramente la sua gioia più intensa e profonda.




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