Praza de Cresia. In Rete dall'11\06\2006


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Blog. Meno tre

Con l' 11 settembre si chiude questa esperienza trimestrale. 90 giorni nei quali, tra alti e bassi, non escluso qualche scivolone (e nono solo in senso letterale), per il quale ho chiesto scusa a suo tempo e cercato di correggere riformulando il testo, si pone la parola fine ad un esperimento che ha avuto un riscontro costante e in crescendo nei contatti: + 500 al giorno. Numeri che mi auguro spingano altri a creare, meglio in equipe, un blog o un sito che veicoli l'informzione verso e da la chi 
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Categoria: Informazioni
sabato, 09 set 2006 Ore. 08.37

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Commenti

Autore: Antonio PinnaInviato il: 09 set 2006 - 18.14
Certamente, concordo in gran parte con le conclusioni che don Ignazio trae dall'esperienza. E sottolineo: con gli scopi o gli intenti da lui evidenziati, non può essere iniziativa di un singolo, soprattutto se prete (credo io, almeno, per questione di tempo e di priorità) e non può essere sotto la forma di blog o di altra forma in cui sia facile lasciare spazio all'anonimato.
Tuttavia, intravedo ancora in giro la preoccupazione di dare importanza alla comunicazione anzitutto intesa come "facciata" , "visibilità" , "intrattenimento". Certo, le parole servono ancora, si diceva in un tempo di sogni giovanili. Ma oggi, ho l'impressione che tante parole nascono già senza "corpo", "virtuali" per costituzione. Internet e la comunicazione "a distanza" non possono fungere da "utero in prestito" per una chiesa incapace di generare in "corpo e sangue".
Ma è un altro di quei paradossi: la chiesa è certo e a ragione contro la clonazione, ma in pratica talvolta non sembra che voler riprodurre altro che "clonati" sulle proprie collaudate approvate ed "esclusive" (nel senso letterale di "esclusione") catene di montaggio. E ora aspettarsi dai mass-media o da internet una spinta che susciti una chiesa sarda capace di "comunicare meglio" e soprattutto di "fare più comunione", mi sembra proprio un tentativo di fecondazione eterologa o di gestazione in affitto.
Ma, chissà, talvolta potrebbe anche funzionare, e del resto in certe tecniche di "partecipazione" di certe fabbriche giapponesi l'ultimo operaio si sente più ascoltato o più "comunità" di quanto un cristiano si senta nella sua chiesa o parrocchia o diocesi. Che la tecnica possa oggi essere un altro nome dello Spirito dominum et vivificantem?
Antonio Pinna www(dot)sufueddu(dot)org

Autore: Antonio MuscasInviato il: 10 set 2006 - 08.39
Dopo 15 giorni d'assenza dalla diocesi mi trovo difronte alla sgradita notizia che il blog sta per morire. Pur con tutti gli inevitabili limiti e rischi, a mio parere, costituiva una preziosa occasione di comunicazione e (per chi lo voleva) di dialogo e di confronto. Non riesco, dunque, a capire bene quali siano le cause (forse) recondite che hanno spinto Ignazio a prendere questa decisione. Credo che abbia i suoi buoni motivi, che non conosco e vorrei conoscere, almeno per essere messi in grado di attivare un dibattito serio, di natura culturale e pastorale, sul tema della comunicazione e dell'informazione diocesana.
Certo, concordo con chi afferma che non dev'essere intesa come facciata o futile intrattenimento e, tanto meno, come frutto di fecondazioni eterologhe o in vitro. La comunicazione seria e sincera fra i membri di una comunità ecclesiale è la premessa indispensabile per fare più comunione, nel senso migliore del termine, e per evitare clonazioni o prodotti tipici di un industria che si basa sulle fredde e meccaniche catene di montaggio. Credo che nella diocesi arborense ci siano ancora tante potenzialità positive inespresse e sarebbe davvero un grave peccato qualora da parte di chicchessia si voglia tentare di reprimerle, anzichè favorire il passaggio dalla potenza all'atto.
Per ora mi fermo qui, sperando che ci siano altre occasioni e strumenti, anche migliori del blog, che permattono un dialogo culturale e pastorale serio e responsabile...
Buona domenica, buon "giorno del Signore", che ha comiuto il miracolo di far parlare i muti e far udire i sordi.

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