Il Quasar 2c273 inghiottì un’altra galassia squarciando lo spazio e proiettandosi per milioni di parsec verso l’esterno.
Schiacciati da forze gravitazionali insostenibili gli atomi fusero producendo milioni di pulsar neuroniche risucchiate da buchi neri di densità infinita.
La luce morì, chiusa nella morsa collassante di energie opposte.
Radiogalassie instabili urlarono attraverso l’universo il loro terrore sondando abissi spaziotemporali oltre i confini del nulla.
Miliardi di pianeti si trasformarono in energia cancellando interi eoni di faticosa evoluzione per ritornare alla loro forma primaria.
Eppure, a 14 miliardi di anni luce, su un pezzo di roccia alla deriva scaldato da una stella quasi fredda, forme di vita biologica si autodistruggevano credendo nella loro intelligenza.