Roma - Quasi nelle stesse ore in cui Microsoft annunciava
la disponibilità al pubblico di Internet Explorer 8, la nuova release del browser web più usato di sempre cadeva vittima dei tentativi di
ownage
di un hacker semisconosciuto. Si è presentato solo con il proprio
nickname ed è riuscito, en passant, a fare fuori il succitato MS IE,
Firefox e Safari nel giorno 1 del contest
Pwn2Own, puntualmente ospitato alla conferenza
CanSecWest e sponsorizzato dalla società di sicurezza
Tipping Point.
Nils, questo il nick dell'hacker che
IRL fa lo studente all'Università di Oldenburg, ha confezionato un exploit che gli ha permesso di
avere ragione di Explorer 8 con attacco basato su un download forzato, attraverso cui è passato il codice con cui è stata
ownata
una delle macchine messe a disposizione del contest, un Sony Vaio con
installata una build (certo non definitiva) di Windows Seven.
Oltre a IE, Nils ha successivamente messo a segno l'
ownaggio di Safari e Firefox, rafforzando la propria vittoria ed evidenziando l'apparente
incapacità strutturale di un browser moderno di essere privo di difetti o falle. "Non è così facile come alcuni anni fa -
ha dichiarato
l'hacker - tuttavia, i browser continuano ad avere un mucchio di
problemi. Davvero si tratta di un bel po' di codice esposto su
Internet".
Oltre che a Nils, a ogni modo, il day-1 del Pwn2Own 2009 ha consegnato
l'alloro a Charlie Miller, attualmente analista di sicurezza della
società
Independent Security Evaluations che è stato capace
di buttare giù Safari 4 in soli 10 secondi guadagnando il pieno
controllo di un MacBook. Miller, che già aveva fatto faville nella
precedente edizione del contest, dice di
aver scoperto il baco l'anno scorso e di essersi dunque preparato per tempo alla manifestazione. "Non è una cosa facile, ma ha funzionato con un solo click"
dice Miller descrivendo l'exploit basato su una "semplice" risorsa URL malevola.
Com'è
tradizione, il codice utilizzato all'interno di Pwn2Own è stato passato
alle aziende interessate (quindi Microsoft, Mozilla ed Apple) perché
possano porvi rimedio quanto prima. Oltre alla gloria, Nils e Miller
ci hanno guadagnato le macchine che sono riusciti a conquistare e 5.000 dollari ciascuno.
Nella speranza che i due si accontentino di tale bottino senza provare a far fruttare diversamente gli exploit come successo
lo scorso anno, gli esperti mettono in guardia sull'esistenza di
un vero e proprio mercato nero delle vulnerabilità dei browser
dove una falla sufficientemente affidabile, da sfruttare per diffondere
ogni genere di nefandezza informatica, può arrivare a valere 100mila
dollari.
fonte : http://punto-informatico.it