“Fortunato sei tu, Lettore, se non appartieni a quel sesso che, privato della libertà, è interdetto da tutti i beni… Un sesso a cui, come sola felicità, come uniche e sovrane virtù, si lasciano l’ignoranza, la servitù e la facoltà di passare per stupido, se questo gioco gli piace” (Marie de Gournay, 1626).
Di certo non fu questa la facoltà che esercitarono di preferenza le donne di cui racconta Benedetta Craveri in “Amanti e regine. Il potere delle donne”, uscito nel 2005 presso Adelphi
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