Da 1 diacono (1986) a 6 (2006). Esistono più sull'annuario che...
Quando mons. Tiddia arriva ad Oristano (1986) trova 1diacono: clemente onali. Dopo 3 anni ordina ignazio piras (ferroviere) della parrocchia san giuseppe lavoratore. Spiccata la sua sensibilità verso i malati. tuttavia i pochi spazi operativi in ambito
parrocchiale, ne hanno fatto un diacono in potenza, impossibilitato a esplicitare
il ministero pienamente.
Passa un altro anno è ordina murgia Francesco (ex
insegnante elementare), desulese, ha vissuto quasi sempre a Cagliari. Francesco e la
moglie erano conosciuti e amici di mons. Tiddia sin dai tempi in cui era
ausiliare di Cagliari e sono sempre stati di grande aiuto per la mamma di mons. tiddia.
Tre anni più tardi è la volta di antonio graniti (ex
poliziotto), desideroso pure lui di esplicitare
il ministero, ha dovuto contenersi assai.
L'anno appresso ordina angelo serra, cagliaritano. Riceve l'incarico di addetto alla Segreteria del vescovo. Con residenza ad Oristano, via martignano 13. Poi da Oristano, va ad abitare a villanovatruschedu. Nel mentre la sudetta casa di via martignano, di proprietà della diocesi, viene venduta ad un sacerdote, che la restaura e la abita. Dal 2001 il diacono angelo vive a sarroch. A tutt'oggi rsulta incardinato nella diocesi arborense
L’ultima ordinazione risale al 1999,
melis pietro, di barumini. E' stato di aiuto nella fase conclusiva dell'anziano parroco simone trudu.
Il numero esiguo degli ordinati, la marginalità nella quale
sono stati tenuti,
ha segnato la loro invisibilità e operatività. L’attuale responsabile è tonino zedda.
onali clemente (Marrubiu)
1931
1979
piras Ignazio (Oristano San Giuseppe)
1939
1989
murgia Francesco (Desulo)
1926
1990
graniti antonio (San Vero Milis)
1949
1993
angelo serra (Cagliari) 1938 1994
melis Pietro (Barumini)
1937
1999
Calende greche per l'accolito Giandamano Meli, isilese (ex capitano di lungo corso), candidato al diaconato. Nessuno sa quando e se verrà ordinato.
Al nuovo vescovo sanna il compito di rilanciare la loro presenza, suscitando un
dinamismo creativo volto a qualificare e rafforzare il loro servizio nella
diocesi arborense.
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NORME PER LA SCELTA DEI CANDIDATI AL MINISTERO DIACONALE
Mons. Pier Giuliano Tiddia
1 maggio 1987
Principi
La Chiesa, Corpo di Cristo e sua sposa, riflette sul proprio volto i lineamenti inconfondibili e la gloria luminosa del volto di Lui. Cristo è Pastore, Servo e Sacerdote. La Chiesa è intimamente associata alla vita e all'atti.vità dello Sposo, e perciò necessariamente si manifesta con le stesse caratteristiche del servizio pastorale e sacerdotale. Anche la Chiesa, dunque, è serva, come Servo fu il Cristo e come serva fu e si professò Maria (Evangelizzazione e ministeri, nn. 36 e 41).Il compito ministeriale della Chiesa viene esercitato anzitutto dai ministri ordinatí, ossia da quelli che hanno ricevuto un ministero derivato dal sacramento dell'Ordine. Principale tra essi, e loro sorgente, è il ministero del Vescovo: al suo ministero pastorale e sacramentale partecipano anzitutto i presbiteri, strettamente a lui congiunti. Subito dopo il ministero diaconale; conferito da un grado del sacramento dell'Ordine, partecipa alla pienezza del ministero apostolico del Vescovo. Per questo, il Vescovo è supremo responsabile sia della scelta come della formazione di quanti si dichiarano disponibili per l'ordinazione diaconale.
Certamente il Vescovo ha, a tal fine, particolari grazie dallo Spirito Santo. Per poter svolgere il suo compito, ha però bisogno della collaborazione di quanti saranno incaricati della formazione dei diaconi, e in particolare ha bisogno dell'opera dei Parroci, guide e pastori delle comunità parrocchiali, per la scelta e l'avviamento dei candidati al diaconato permanente, come anche di coloro che desiderano ricevere i ministeri del lettorato e dell'accolitato.
Il diacono è "segno sacramentale" dello spirito di servizio cui tutti i cristiani sono chiamati; egli, cioè, ha una grazia particolare per animare la comunità cristiana nell'esercizio del servizio ed anche un particolare mandato a rappresentarla sotto quest'aspetto. La sua presenza dovrà implicare un aumento dello spirito di servizio nelle comunità, e quindi una più intima comunione dei cristiani fra loro e un loro maggior impegno missionario a sacrificarsi per la salvezza dei fratelli. L'introduzione dei diaconi nella nostra Chiesa non può essere vista solo come sostegno delle attuali istituzioni, in difficoltà per il diminuito numero di sacerdoti. Deve pensarsi, piuttosto, che l'introduzione di un nuovo ministero, con una sua funzione specifica ed una sua propria grazia sacramentale, sia importante fattore per una crescita spirituale e pastorale della vita ecclesiale.
Poiché il sacramento dell'Ordine non conferisce il carisma diaconale, ma lo riconosce, lo conferma e lo arricchisce della grazia sacramentale, appare criterio normale per la scelta dei candidati, insieme alla considerazione di varie qualità umane e cristiane, quello di chiamare all'ordinazione chi già da fatto esercita un ministero di indirizzo diaconale nell'ambito di una comunità. In tal modo, la grazia sacramentale verrà a corroborare una realtà in atto, verificabile nella sua validità con criteri oggettivi.
Direttive
1) Nella scelta dei candidati al diaconato permanente, deve farsi anzitutto attenzione a due cose: il concreto inserimento in una comunità e l'esercizio in essa di un servizio autenticamente diaconale. Tale deve ritenersi quello che è atto ad esprimere la specifica dimensione del servizio, e quindi a realizzare una più profonda comunione tra i cristiani, nell'esercizio reciproco della carità e una maggiore disponibilità di essi nel sacrificio per gli altri.
A titolo di esempio, possiamo ricordare come autenticamente diaconali alcuni ministeri, già ora esercitati da molti laici:
a) l'animare più famiglie che abitano vicino nel periodico incontrarsi nel nome del Signore (per la preghiera, la comune lettura della Parola di Dio, conversazioni di formazione cristiana), aiutandole a vivere un più profondo amore tra di loro, fino alla ricomposizione di eventuali contrasti;
b) la cura della liturgia di una parrocchia, perché sia un fattore di viva comunione tra i cristiani, con la preparazione della Messa festiva e delle celebrazioni per il conferimento dei sacranenti;
c) l'animazione dell'impegno per l'evangelizzazione dei lontani, attraverso contatti personali con le famiglie e gli infermi, il catechismo dei fanciulli, ecc.,
d) la realizzazione di iniziative intese a portare la carità cristiana, spirito comunitario e calore umano nei luoghi di particolare sofferenza: ospedali, carceri, ricoveri per anziani, poveri, baraccati, ecc.;
e) l'assistenza spirituale degli infermi in modo capillare e continuo, animando la comunità per un autentico spirito di servizio;
f) il particolare contributo dato per organizzare e guidare la catechesi dei ragazzi, dei giovani, degli adulti, come anche la collaborazione data al Parroco nella "pedagogia della carità";
g) l'impegno per suscitare la carità fraterna, l'evangelizzazione capillare, lo spirito di comunità in un luogo di lavoro o di studio (officina scuola, ufficio ecc.).
2) Questo servizio apostolico nella comunità potrà manifestare le qualità umane e cristiane importanti per l'avvio al sacramento del diaconato permanente: spirito di fede e di preghiera e grande amore per la Chiesa, unito alla generosa disponibilità a servire, la capacità di dialogo, di collaborazione, maturità umana, senso morale, ecc.
Inoltre:
a) il candidato dovrà possedere il grado e tipo di cultura richiesti dall'ambiente nel quale si svolgerà il ministero, ed esercitare una professione o un lavoro che assicurino un sostentamento e non siano incompatibili con il ministero. La formazione culturale sarà poi completata con la frequenza all'Istituto Diocesano di Scienze Religiose;
b) per i candidati sposati è necessario l'assenso della moglie e il suo impegno a collaborare nel lavoro pastorale, con la disponibilità a condividere in modo adeguato il cammino formativo del marito. In ogni caso essi dovranno aver trascorso nel matrimonio un periodo sufficiente a testimoniare la stabilità della vita familiare. È anche necessaria l'accettazione per il cammino diaconale del padre da parte dei figli adulti conviventi;
c) per i candidati celibi è necessario, prima dell'ordinazione, l'impegno ad osservare il celibato; da ciò nasce impedimento per contrarre successivamente il matrimonio
d) l'età canonica minima per l'ordinazione è di 25 anni per i celibi e di 35 anni per gli sposati;
e) l'aspirante al diaconato dovrà partecipare agli incontri di formazione spirituale, culturale (superando gli esami per il Diploma presso l'Istituto di Scienze Religiose), pastorale, per poter assumere i compiti previsti dal ministero diaconale (evangelizzazione, liturgia, carità).
Fiducioso nella risposta alla chiamata di Dio e della Chiesa da parte di molti uomini delle nostre parrocchie, come anche dell'attenzione che le comunità parrocchiali e familiari presteranno al mio invito, collaborando con fede, prego Gesù, Servo di Dio, la Madonna, che si è riconosciuta serva del Signore, i santi diaconi Stefano, Lorenzo e Francesco d'Assisi, perché guidino e sostengano questo cammino spirituale della nostra comunità diocesana.
Oristano, 1 maggio 1987
+ Pier Giuliano, arcivescovo