Ho trovato questo articolo, scritto da Gianluca Arca di Siamanna e rilanciato su www.cattolicromani.it Segnalo questo articolo del prof.Gianluca R. P. Arca, il cui testo è stato distribuito oggi alla chiesa del Gentilino a Milano.
Il “nuovo” altare della Cattedrale di OristanoL’arcivescovo
di Oristano, coadiuvato, si immagina, dal Capitolo metropolitano, si è
reso promotore di una decisione importante, interprete acuta della
ricerca di spiritualità e frutto di una riflessione profonda: ha voluto
levato dal presbiterio della Cattedrale l’altare provvisorio coram
populo, frutto di una tendenza successiva al Concilio Vaticano II e non
legata alle maturazioni di esso. La scelta di un altare aggiunto volto
al popolo, che si è imposta per anni, dopo la riforma liturgica, la
quale pure non la rende un obbligo, è da sempre poco espressiva del
senso più pieno della celebrazione eucaristica, perché impedisce la
percezione della grande forza dinamica della liturgia, rinserrando in
un circolo che si autocelebra le tensioni ascendenti significate dal
volgersi ad Oriente, simbolicamente il Cielo ed evangelicamente la
direzione da cui il Figlio dell’uomo tornerà a manifestarsi a quanti lo
attendono.
Ora tutte le liturgie si celebrano verso oriente, sull’antico altare marmoreo nel quale sono inserite le reliquie di santi.
Tralasciate
le motivazioni di carattere storico-artistico, che devono aver pure
avuto parte nella decisione, si vuole riflettere sui risvolti liturgici
della novità.
Chi entra nella cattedrale di Oristano si sente
pervadere da un senso potente di sacralità, perché nel centro focale
del presbiterio il Cristo crocifisso, per troppo tempo decentrato da un
lato, è tornato a dominare l’altare...