Barcellona. Sabato 15 luglio alle 19, presso uno dei moli del porto, è
radunata una grande folla venuta per partecipare all'eucarestia in
occasione della festa de
la Vergin del Carmen.
Il sole volge al tramonto. All'intorno le imbarcazioni dei pescatori,
appena rientrate, dopo un'altra giornata di faticoso lavoro per
guadagnarsi di che vivere. Sullo sfondo la città che brulica di vita e
di gente, in un andirivieni incessante di turisti, che la scelgono per
la sua solarità, vivibilità, simpatia e per la variegata ricchezza
culturale. Nella capitale della Catalogna, da sempre, la sua gente ha
un legame forte col mare, ne trae il sostentamento e lo percorre in
lungo e in largo per i suoi commerci.
Il vescovo della città, mons. Lluis,
invitato dal responsabile della
Stella Maris, non è voluto mancare
anche quest'anno per esprimere la solidarietà e la vicinanza della
Chiesa. La sua parola raggiunge e tocca chi lo ascolta facendo sentire
Maria, la madre del Figlio di Dio, vicino alle vicissitudini
dell'uomo. A Maria importa di noi, nutre un'attenzione che sa farsi
solidale e premurosa. Ma ecco alcuni passaggi tratti dall'omelia di
mons. Lluis: "
Maria vuole essere presente in tutti i momenti della
nostra vita, delle nostre famiglie, del nostro mondo, della nostra
società, del nostro travaglio, del nostro lavoro. Vuole esserlo perché
è madre. La sua presenza a Cana, e anche oggi, è una presenza amorosa".
Dinanzi a uno stile di vita di chi ha sempre fretta e non ha tempo e
cuore per volgersi e scorgere chi gli tende la mano in cerca di aiuto,
Maria è "
L'esatto contrario di una presenza indifferente, egoista.
La sua e' stata una presenza attenta, non distratta. Maria non era
assorte nei suoi problemi o presa dai suoi interessi. Maria osservava.
Maria era attenta, come lo è dinanzi a tutte le nostre necessità, di
continuo, nei confronti delle famiglie dei pescatori, di tutti quelli
che lavorano nel mare.
Attenta a tutti i problemi di chi vive
il mondo del mare per guadagnarsi la vita, tanto nella pesca quanto nel
commercio o nella marina mercantile. Dinanzi a questa mole immensa di
problemi, essa è vicina e attenta, più degli stessi sposi di Cana, i
quali sono talmente presi dalla festa, da non accorgersi che il vino
era finito. A Maria, invece, la cosa non sfugge".
E il
"pescatore" della Diocesi barcellonese continua evidenziando come
l'esserci di Maria incida sulla realtà delle cose, non rimane una
presenza teorica, astratta, di puro sentimento ma: "
La presenza di
Maria è una presenza solidale, interessata nei confronti di questi
sposi. Poteva pensare, da invitata, non è un mio problema, è un loro
problema. Non dico e non faccio nulla". Questo è uno stile
antievangelico, rischia di essere il nostro stile tutte le volte che
pur vedendo quel che non va, restiamo ciechi, pur sentendo, preferiamo
farci sordi. E lo stile di chi dinanzi alla possibilità di mettersi in
gioco per cambiare in positivo la realtà attorno a lui, preferisce non
incarnare lo stile del samaritano della parabola di Gesù. Lo sottolinea
molto bene ancora il vescovo: "
Quanta
gente, fratelli e sorelle, dicono non è un mio problema. E' il suo
problema. E' il problema del vicino, dei familiari, dei compagni di lavoro. Non è il mio problema. Maria pensava diversamente. Per lei il problema degli sposi era il suo. Ha voluto aiutarli,perché
si è sentita solidale. Ma non solo col pensiero, ma dal sentimento è
passata all'azione, facendo presente la situazione della mancanza di
vino a Gesù".
Questa attenzione che si fa intervento
fattivo nasce dalla fede di Maria. Sa che può ottenere quel che chiede.
Vede gia' il vino nella giare,Maria. L'l'acqua non c'è più. Ne è certa.
Maria supera di gran lunga il granello di senape richiesto da Gesù per
noi: "
Gesù non aveva vino. Perché
glielo dice? Perché sapeva di poterlo chiedere, la sua non era una
semplice constatazione. Come allora, Maria, disse a Gesù: non hanno
vino, oggi,essa ripete al suo figlio, per noi: non ha lavoro, salute,
amici. Sta solo, soffre molto, non crede in te, in Dio. Quante cose
Maria, la nostra madre, chiede a Gesù. Ma perchè, domandiamoci ancora
una simile richiesta da parte di Maria, se Gesù non aveva vino? Ma
perché era una donna di fede, credeva fermamente che Gesù era il Figlio
di Dio e poteva risolvere il problema degli sposi". L'omelia
termina con l'invito ad essere grati a Dio per averci dato una donna
vigile, dal cuore di madre, che non conosce l'insensibilità ma tutto
raccoglie e tutto presenta a Colui che può fare infinitamente di più di
quel che possiamo immaginare: "
Rendiamo
grazie a Dio, per la presenza di Maria nelle nostra vite, nel nostro
lavoro, in quello del mare, come per i pescatori nelle barche o di
quelli sulle navi. E' sempre presente, attenta, solidale come una donna
di fede, accogliendo e presentando a Gesù le nostre necessità".
L'eucarestia si è quindi conclusa con il ricordo
dei marinai defunti e, al suono della tromba, due donne hanno gettato dalla banchina
una
corona di fiori. Memore di quanto successo l'anno scorso, il vescovo,
stavolta si e`ricordato di mantenere con la sua mano una delle signore.
Nel 2005, oltre alla corona, era precipitata anche ...una delle due
signore. Salvata, naturalmente, subito dai marinai presente.
Pero'...immaginatevi la scena. Per un momento...