Praza de Cresia. In Rete dall'11\06\2006


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Anno 2007

Anno 2006

Barcellona. Mons. Lluis celebra la messa per i marittimi della Stella Maris locale

Barcellona. Sabato 15 luglio alle 19, presso uno dei moli del porto, è radunata una grande folla venuta per partecipare all'eucarestia in occasione della festa de la Vergin del Carmen. Il sole volge al tramonto. All'intorno le imbarcazioni dei pescatori, appena rientrate, dopo un'altra giornata di faticoso lavoro per guadagnarsi di che vivere. Sullo sfondo la città che brulica di vita e di gente, in un andirivieni incessante di turisti, che la scelgono per la sua solarità, vivibilità, simpatia e per la variegata ricchezza culturale. Nella capitale della Catalogna, da sempre, la sua gente ha un legame forte col mare, ne trae il sostentamento e lo percorre in lungo e in largo per i suoi commerci. Il vescovo della città, mons. Lluis, invitato dal responsabile della Stella Maris, non è voluto mancare anche quest'anno  per esprimere la solidarietà e la vicinanza della Chiesa. La sua parola raggiunge e tocca chi lo ascolta facendo sentire Maria, la madre del Figlio di Dio, vicino alle vicissitudini dell'uomo. A Maria importa di noi, nutre un'attenzione che sa farsi solidale e premurosa. Ma ecco alcuni passaggi tratti dall'omelia di mons. Lluis: "Maria vuole essere presente in tutti i momenti della nostra vita, delle nostre famiglie, del nostro mondo, della nostra società, del nostro travaglio, del nostro lavoro. Vuole esserlo perché è madre. La sua presenza a Cana, e anche oggi, è una presenza amorosa". Dinanzi a uno stile di vita di chi ha sempre fretta e non ha tempo e cuore per volgersi e scorgere chi gli tende la mano in cerca di aiuto, Maria è "L'esatto contrario di una presenza indifferente, egoista. La sua e' stata una presenza attenta, non distratta. Maria non era assorte nei suoi problemi o presa dai suoi interessi. Maria osservava. Maria era attenta, come lo è dinanzi a tutte le nostre necessità, di continuo, nei confronti delle famiglie dei pescatori, di tutti quelli che lavorano nel mare. Attenta a tutti i problemi di chi vive il mondo del mare per guadagnarsi la vita, tanto nella pesca quanto nel commercio o nella marina mercantile. Dinanzi a questa mole immensa di problemi, essa è vicina e attenta, più degli stessi sposi di Cana, i quali sono talmente presi dalla festa, da non accorgersi che il vino era finito. A Maria, invece, la cosa non sfugge".
E il "pescatore" della Diocesi barcellonese continua evidenziando come l'esserci di Maria incida sulla realtà delle cose, non rimane una presenza teorica, astratta, di puro sentimento ma: "La presenza di Maria è una presenza solidale, interessata nei confronti di questi sposi. Poteva pensare, da invitata, non è un mio problema, è un loro problema. Non dico e non faccio nulla". Questo è uno stile antievangelico, rischia di essere il nostro stile tutte le volte che pur vedendo quel che non va, restiamo ciechi, pur sentendo, preferiamo farci sordi. E lo stile di chi dinanzi alla possibilità di mettersi in gioco per cambiare in positivo la realtà attorno a lui, preferisce non incarnare lo stile del samaritano della parabola di Gesù. Lo sottolinea molto bene ancora il vescovo: "Quanta gente, fratelli e sorelle, dicono non è un mio problema. E' il suo problema. E' il problema del vicino, dei  familiari, dei compagni di lavoro. Non è il mio problema. Maria pensava diversamente. Per lei il problema degli sposi era il suo. Ha voluto aiutarli,perché si è sentita solidale. Ma non solo col pensiero, ma dal sentimento è passata all'azione, facendo presente la situazione della mancanza di vino a Gesù".
   Questa attenzione che si fa intervento fattivo nasce dalla fede di Maria. Sa che può ottenere quel che chiede. Vede gia' il vino nella giare,Maria. L'l'acqua non c'è più. Ne è certa. Maria supera di gran lunga il granello di senape richiesto da Gesù per noi: "Gesù non aveva vino. Perché glielo dice? Perché sapeva di poterlo chiedere, la sua non era una semplice constatazione. Come allora, Maria, disse a Gesù: non hanno vino, oggi,essa ripete al suo figlio, per noi: non ha lavoro, salute, amici. Sta solo, soffre molto, non crede in te, in Dio. Quante cose Maria, la nostra madre, chiede a Gesù. Ma perchè, domandiamoci ancora una simile richiesta da parte di Maria, se Gesù non aveva vino? Ma perché era una donna di fede, credeva fermamente che Gesù era il Figlio di Dio e poteva risolvere il problema degli sposi". L'omelia termina con l'invito ad essere grati a Dio per averci dato una donna vigile, dal cuore di madre, che non conosce l'insensibilità ma tutto raccoglie e tutto presenta a Colui che può fare infinitamente di più di quel che possiamo immaginare: "Rendiamo grazie a Dio, per la presenza di Maria nelle nostra vite, nel nostro lavoro, in quello del mare, come per i pescatori nelle barche o di quelli sulle navi. E' sempre presente, attenta, solidale come una donna di fede,  accogliendo e presentando a Gesù le nostre necessità".

L'eucarestia si è quindi conclusa con il ricordo dei marinai defunti e, al suono della tromba, due donne hanno gettato dalla banchina una corona di fiori. Memore di quanto successo l'anno scorso, il vescovo, stavolta si e`ricordato di mantenere con la sua mano una delle signore. Nel 2005, oltre alla corona, era precipitata anche ...una delle due signore. Salvata, naturalmente, subito dai marinai presente. Pero'...immaginatevi la scena. Per un momento...

Categoria: Barcellona
domenica, 16 lug 2006 Ore. 11.06
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