Tutto è destinato a cambiare nella provincia di Oristano e nella Diocesi,
se Fenosu diventerà un ulteriore scalo per la compagnia irlandese
Ryanair. La diocesi arborense, in breve, si troverebbe raggiunta da un flusso di centinaia di migliaia di turisti, senza aver
ancora elaborato una adeguta pastorale del turismo. Le parrocchie
"estive" di Torregrande, Arborea, Putzuidu offrono un servizio minimale che va
al di qua delle richieste estive. E gli stessi parroci, spesso, pur volendolo, non riescono a fronteggiare tutte le richieste. Anzi non di rado hanno difficoltà ad assicurare la semplice celebrazione dell'eucarestia.
E se attualmente chi viene in
vacanza nel nostro territorio sono soprattutto italiani, non lo sarà più
d'ora in poi. E' facile infatti immaginare voli dalla e per la Germania, Francia, Inghilterra e Spagna. E non si tratterà solo di celebrare nelle diverse
lingue. Occorrerà, invece, reinventare tutta la nostra pastorale per intercettare le domande di chi trascorrerà del tempo come turista (credente o no) in mezzo a noi, così da offrire risposte di senso e lavorare ancora di più nel costruire comunità aperte e vivaci, forti della loro identità e capaci di trasmettere e favorire il dono della fede. E' una questione mentale e culturale. Occorrerà sempre di più, come esortava il nostro vescovo, a "da ragione della nostra fede". Una fede pensata, testimoniata, una fede vissuta, che sa leggere i segni dei tempi e offre continue risposte che danno luce al nostro essere pellegrini, qui e oggi.
Interessante a tal proposito l'esperienza dei chierici tedeschi. Al terzo anno devono emigrare dal seminario e scegliersi un posto, in un'altra nazione, dove proseguire gli studi. Si tratta di una opportunità incredibile per fare esperienza di una chiesa chè è cattolica e per aprirsi alla mondialità, così da apprendere sin da giovani usi, costumi, cultura, lingua e l'inculturazione della fede lontano da casa propria. E' ambizioso pensare che anche i nostri chierici venga offerta la possibilità di trascorrere i mesi estivi sfruttando l'occasione di recarsi in altre diocesi europee non solo per studiare inglese, francese, tedesco, spagnolo ma anche per fare esperienza sul campo di come si vive la stessa fede a migliaia di chilometri e in altri contesti culturali? Non sarebbe un arricchimento per tutta la diocesi? Come diocesi siamo chiamati a cogliere le opportunità che ci verranno a breve grazie a questa
porta che si apre dal cielo. Senza cadere nella trappola di sottolineare unicamente gli aspetti negativi del turismo di massa, senza poi fare nulla per cogliere e valorizzare anche gli aspetti positivi. Fenosu è una manna eccezionale per lasciarci raggiungere e per aprirci con più facilità al resto del mondo.