Praza de Cresia. In Rete dall'11\06\2006


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Anno 2006

11 settembre 2001. Dov'eravate mentre si consumava la tragedia delle Twin Towers?

Dov'eravate martedì scorso? Forse per voi sarà facile rispondere, per me no. Devo cominciare a far memoria e guardare l'agenda. Non così per l'11 settembre 2001. Ricordo benissimo quel giorno: ero insieme a don Giuseppe e don Roberto in redazione (Vita Nostra), mentre si dava vita ad un nuovo numero del giornale, quando a un certo punto ricevo un sms da un'agenzia: Piccolo aereo da turismo si schianta sulle Twin Towers. Mi sono detto: certo il pilota, per una manovra errata, ci avrà rimesso le penne, uno due uffici andati in fumo, ma niente di più. Pur avendo la tv, si è proseguito nella fatica settimanale di intervistare, scrivere, impaginare, trasformare in pdf le 24 pagine da spedire a Cilavegna. Mai si sarebbe potuto pensare che quel giorno avrebbe scandito un'epoca e tutto da quel giorno non sarebbe stato come prima. Passano i minuti, secondo sms: Si è schiantato un secondo aereo... Ho pensato a un errore d'agenzia. Stessa notizia rispedita due volte. Invece, non si trattava di un sbaglio. Tutto corretto. La piccola tragedia, percepita via sms, andava moltiplicata all'ennesima potenza. Squilla il telefono in redazione: Accendete la tv. Ed ecco le immagini della tragedia consumarsi una, due, dieci volte in maniera ossessiva. Da quel momento, pure noi, non eravamo più ad Oristano, ma là, a Ground Zero, insieme a quanti con incredulità e ammutoliti guardavano la tv, rapiti dal vortice dell'abisso del male di cui l'uomo, e l'uomo solo, è capace. Abbiamo deciso, poco dopo, di spegnere la tv, era impossibile lavorare e seguire la Cnn. Era impossibile, ma ci siamo riusciti. Abbiamo deciso di tagliare il cordone ombelicale delle immagini, ripetute in maniera ossessiva centinaia di volte, per restare attaccati alla notizia unicamente per via radiofonica. Nell'epoca della civiltà delle immagini, abbiamo preferito il media inventato Marconi. Abbiamo potuto così seguire un evento che andava oltre ogni possibile immaginazione, ma senza lasciarci prendere, assorbire e rapire dalla tragedia che si consumava. Scegliemmo di non pubblicare in prima le foto delle Torri che crollavano, ma al loro posto, un ampio spazio nero, (scelto poi anche dal quotiano New Yorker)perché in quel pomeriggio il sole dell'umanità si eclissò in maniera repentina e tutti fummo avvolti dalle tenebre di chi aveva volutamente dimenticato le comuni radici umane. L'editoriale venne affidato a don Antonio Pinna, che utilizzò come titolo una frase del Corano. Seguirono nelle settimane successive pagine che ritornavano sul tema della guerra; della pace e della giustizia; del dialogo con le diverse culture e religioni; del coraggio dei 4 maratoneti oristanesi che si recarono a New York per dire con lo sport un sì forte alla pace; la storia di un prete, come il Musu, che l'ha conosciuta sulla propria pelle e l'ha raccontata in un so avvincete memoriale.
Ma voi...sì, voi, in quell'11 settembre 2001, dov'eravate e che cosa avete provato?

Un sito con le prime pagine dei quotidiani a livello mondiale. Per non dimenticare.

ansa

Categoria: Mass Media
lunedì, 11 set 2006 Ore. 00.37
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