PASSIONE ARTE


Blog di Giuseppe Di Maria
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Colori a olio

 

Vengono chiamati "colori a olio" quei "pigmenti" che usano come legante un olio siccativo. Di solito si usano l'olio di lino crudo, dal caratteristico colore paglierino trasparente, l'olio di papavero, più chiaro dell'olio di lino e più trasparente, e l'olio di noce, dalle caratteristiche simili a quelle dell'olio di lino.
I colori a olio adoperati dai pittori sono racchiusi in tubetti di stagno con tappo a vite; sui tubetti sono indicate con simboli le caratteristiche dei pigmenti: il grado di trasparenza (coprente, semi coprente, semi-trasparente ) la nocività. Sul mercato esistono colori di diverse marche, in un campionario che in genere va dalle 75 alle 90 tonalità.
Per impratichirsi nell'uso di questi colori consigliamo all'inizio di usare marche non troppo costose. Non bisogna farsi confondere dalle decine di tonalità diverse di uno stesso colore presentate dai vari fabbricanti: ricordiamo che all'inizio non servono più di dieci-dodici colori più un tubetto di bianco (in gran quantità, perché si usa più di ogni altro colore, dato che serve anche per schiarire tonalità troppo scure) e il nero. Non devono a ogni modo mai mancare i colori primari: il giallo, il blu cyan e il rosso magenta.
I colori a olio garantiscono la massima stabilità e inalterabilità nel tempo. I tempi di essiccazione sono molto lunghi.
Per abbreviarli si può esporre alla luce solare il dipinto fino a completa essiccazione e quindi riporlo in modo che riceva luce indiretta. Tenendo il dipinto al buio durante l'essiccazione, si rischia che la superficie ingiallisca.
Alla fine il pigmento si è trasformato in una solidissima resina, che mantiene le definitive doti di luminosità e purezza degli olii.

Cosa serve per iniziare

La pittura ad olio è forse tra le più complesse per cui se siete alle primo impatto con il mondo della pittura vi conviene iniziare con delle tecniche più semplici come ad esempio la tempera. Se invece siete decisi ad imparare questa tecnica armatevi di buona volontà e parecchi soldini perché è la pittura che richiede più strumenti che, come accade sempre nel mondo delle belle arti, sono molto costosi.
Partiamo parlando dei colori, come già accennato nel riassunto iniziale non servono tantissimi colori per iniziare, sono più che sufficienti una decina compresi i colori primari più bianco e nero. Questi colori potrebbero essere: bianco titanio, giallo primario, giallo ocra, arancio cadmio, rosso cadmio scuro, rosso magenta, terra di siena bruciata, verde veronese, verde smeraldo, blu cobalto, blu cyan, nero d'avorio.
Se invece volete provare più tonalità di colori non avrete che l'imbarazzo della scelta, difatti in commercio ne esistono tantissime.
Ovviamente come spiegato nella teoria del colore potete benissimo crearvi da soli le tonalità desiderate con i colori primari. Attenti però mescolando troppi colori assieme si rischia di renderli torbidi e opachi!

La Maimeri nota azienda che produce colori per le belle arti mette a disposizione tre tipologie di colori ad olio divise per qualità e prezzo.

La prima tipologia è Colori ad olio superiori MAIMERI PURO completa di 80 colori suddivisi in 6 gruppi di prezzo (il formato da 40 ml va dalle 15.000 alle 80.000 lire circa a tubetto*), i colori sono disponibili in formato da 40 ml tubetto, mentre i bianchi in formato 40 ml e 150 ml tubetto.
Il grado di trasparenza va da coprente a trasparente.
Questa tipologia dei colori è qualitativamente la migliore, i pigmenti sono più ricchi nella massima concentrazione e gli olii usati danno la garanzia di non ingiallire.
La seconda tipologia è Colori a olio extrafini ARTISTI completa di 106 colori divisi in 8 gruppi e 6 fasce di prezzo (il formato da 20 ml va dalle 6.000 alle 22.000 lire circa a tubetto).
I formati disponibili per i colori sono 20 ml e 60 ml tubetto, mentre i bianchi sono disponibili in formato da 20 ml, 60 ml, 150ml, 300 ml tubetto e 1000 ml lattina.
Come la precedente tipologia il grado di trasparenza va da coprente a trasparente, mentre la stabilità alla luce può essere: massima, media, scarsa, colori nocivi.
Questi colori sono altamente professionali e qualitativamente molto buoni, come tradizione dell'azienda sono utilizzati solo pigmenti pregiati e olii selezionati.
Infine la terza tipologia è Colori ad olio fini CLASSICO, la più diffusa tra gli artisti completa di 66 colori (prezzo unico, circa 4.000 lire per il tubetto da 20 ml).
I formati disponibili per i colori sono 20 ml, 60 ml, 150 ml tubetto, mentre i bianchi sono disponibili in formato 20 ml, 60 ml, 150 ml, 300 ml tubetto e 500 ml lattina. C'è in più una gamma ristretta di 28 colori disponibili in formato 500 ml lattina. Come nelle altre tipologie i colori sono disponibili per grado di trasparenza che va da coprente a trasparente, mentre il grado di stabilità della luce va da massimo a medio.

* i prezzi indicati si riferiscono all'acquisto in negozi di belle arti, ovviamente possono subire variazioni di negozio in negozio.

 


Altre marche famose sono Lefranc, Winsor & Newton, Talens, Van Gogh ...

Diluenti ed essiccanti

I colori ad olio diversamente da quelli ad acqua necessitano di diversi prodotti ausiliari per essere diluiti, di seguito verranno riportati una serie di prodotti con le rispettive caratteristiche, leggeteli attentamente perché sotto ogni prodotto troverete dei consigli pratici su come dipingere:

Diluente inodore

Distillato di petrolio raffinato esente da aromatici.

Liquido inodore, incolore, accuratamente raffinato, esente delle sostanze aromatiche responsabili dello sgradevole odore tipico dei solventi e quindi particolarmente adatto, per l'impiego in ambienti chiusi, agli artisti molto sensibili a tali odori.
Prodotto di moderato potere solvente viene utilizzato per diluire i colori a olio riducendone la viscosità. Volatilizza in modo medio-lento e costante.
Si utilizza immergendo il pennello direttamente nel diluente e poi impastandolo assieme al colore sulla tavolozza. La fluidità che si ottiene e direttamente proporzionale alla quantità di diluente utilizzato. E' consigliabile non esagerare; l'abuso di diluente può dare luogo alla formazione di prosciughi o isole opache sulla superficie dell'opera. In caso si voglia ottenere un colore molto fluido si può utilizzare l'Olietto diluente.
E' un prodotto infiammabile.

Essenza di petrolio
Distillato di petrolio raffinato.

Liquido incolore, contiene una piccola percentuale pari al 5-10% di sostanze aromatiche che ne determinano il forte odore. Di buon potere solvente, soprattutto nei confronti di sostanze grasse e olii in genere. Volatilizza rapidamente.
Utilizzata dagli artisti per la diluizione del colore e la pulizia dei pennelli ma anche per tracciare l'abbozzo del dipinto, Si procede diluendo abbondantemente un colore bruno e disegnando con un pennello tondo molto morbido sul supporto. In questo modo il colore diventa molto magro, la traccia si asciuga in brevissimo tempo ed è completamente assorbita dal supporto in modo da evitare fusioni tra l'abbozzo e l'opera pittorica.
E' un prodotto facilmente infiammabile.

Essenza di trementina
Olio essenziale estratto da gemme di conifere.

Solvente vegetale di antica tradizione tratto dalle gemme del pino marittimo e da quelle di altre conifere del genere Pinus.
Miscelata con i colori ad olio forma un impasto morbido, fluido di facile applicazione. Volatilizza i modo medio-lento ed ha un buon potere solvente.
Dall'odore forte, originariamente è incolore ma con il passare del tempo ingiallisce leggermente in quanto sensibile alla luce; si consiglia di tenere il flacone ben chiuso e riposto al buio. Nella pittura contemporanea di notano numerosi effetti dovuti all'utilizzo anomalo di questa essenza. La sgocciolatura si ottiene passando un pennello oppure una spugna intrisa di essenza su una base di colore ad olio non ancora essiccata; tenendo l'opera in posizione verticale, l'essenza cola trascinando con se il colore e dando luogo a particolari giochi di trasparenze. Sgocciolando invece sul quadro appoggiato al suolo si ottengono 'isole di vuoto' dal scioglimento del colore all'interno della goccia che pian piano si deposita sul perimetro della stessa.

Tamponando il dipinto con uno straccio di cotone imbevuto di Essenza di trementina si possono aggiungere altri particolari effetti. Il prodotto comunque applicato dopo il colore tende ad opacizzare quindi, una volta lavorata la superficie, è consigliabile lasciare essiccare e applicare un velo di Vernice finale brillante per ridare vivacità ai colori. E' un prodotto infiammabile e nocivo secondo le vigenti normative C.E.E.

Essenza di trementina rettificata
Olio essenziale estratto da gemine di conifere.

Detta anche olio etereo di trementina in quanto distillato della stessa.
Grazie a questa ripetuta distillazione il prodotto e privo di qualsiasi impurità ma mantiene invariate le caratteristiche fisiche e applicative dell'essenza originaria.
È un prodotto infiammabile e nocivo secondo le vigenti normative C.E.E.

Imprimitura
Resina alchidica tixotropica, biossido di titanio, ragia minerale, eccipienti. Estratto secco 72%.

Preparazione di fondo grassa, specifica per la pittura a olio ma utilizzabile anche per altre tecniche pittoriche grazie all'ottima ricettività. Si stende con un pennello uniformemente su tutta la superficie da dipingere. Dopo circa 24 ore dalla stesura è completamente essiccata e forma una pellicola elastica, resistente alle deformazione che potrebbe subire la tela. Per ottenere maggiore uniformità nel fondo è consigliabile applicare più mani di prodotto, attendere comunque che lo strato precedente sia totalmente secco. Pronta all'uso e diluibile con ragia minerale. È un prodotto infiammabile.

Medio gel essiccante (diluibile con acqua)
Olio di lino modificato, addensanti, siccativi. Estratto secco 45%.

Gel denso dal colore leggermente ambrato con elevate proprietà essiccanti. Miscelato con i colori non ne altera la viscosità, la pennellabilità, mantiene quindi inalterata la corposità del colore. E' consigliabile non eccedere nell'uso, una quantità troppo elevata determina una diminuzione del potere colorante inoltre, l'essiccazione eccessivamente rapida di un colore può causare delle leggere increspature sulla superficie della pellicola pittorica.
Si diluisce con acqua oppure con ragia minerale. Può essere mescolato con colori a olio e con colori a base di acqua.

Medio essiccante
Olio di lino, essenza di petrolio, ragia minerale, essiccanti. Estratto secco 45 %.

Miscela liquida, di colore ambrato, esente da piombo come da vigenti normative C.E.E.. Contiene sali organici di calcio, litio e cobalto che consentono un'essiccazione omogenea di tutti gli strati di colore di un dipinto, dalla superficie al supporto.
Aggiunto ai colori a olio il Medio essiccante ne diminuisce la viscosità senza alterarne la brillantezza; è necessario tenere presente che il prodotto contiene olio di lino e quindi con il passare del tempo subisce un lieve ingiallimento.È utilizzato in particolare modo nella tecnica della pittura a stadi, una delle più antiche tecniche nella storia; implica il completamento dell'opera in più sedute, lavorando su pittura semiasciutta. Si inizia dalla traccia monocroma del disegno e, pian piano, si giunge alla definizione del modellato e del chiaroscuro aggiungendo altri strati di colore. Il Medio essiccante riduce notevolmente il tempo tra un'esecuzione e l'altra accelerando l'essiccazione degli strati di colore.
Per evitare deformazioni e corrugamenti della pellicola di colore si consiglia di usarlo senza eccedere.
Si può diluire ulteriormente con Ragia minerale. È un prodotto infiammabile.

Medio gel essiccante
Resina alchidica tixotropica, ragia minerale, essiccanti. Estratto secco 45 %.

Gel leggermente ambrato, di proprietà essiccanti più accentuate rispetto a quelle del Medio essiccante. Miscelato, senza eccedere, con colori a olio ne accelera l'essiccazione senza alterarne la viscosità. Questo gel perde viscosità sotto agitazione ma la riacquista a riposo, è molto importante quindi agitare bene il flacone prima dell'uso; il gel diventa temporaneamente meno viscoso facilitando così la pennellata.
Ideale per la tecnica delle velature: sostituendo il Medio gel essiccante all'Olietto diluente l'intervallo tra una velatura e l'altra si riduce notevolmente, i toni acquistano vivacità e brillantezza, diventano quasi vetrificati. La differenza sostanziale tra le velature ottenute con il Medio gel essiccante e quelle realizzate con l'Olietto diluente è proprio l'effetto materico vetrificato a cui si giunge utilizzando il primo prodotto. La brillantezza e la trasparenza delle velature sono direttamente proporzionali alla quantità di Medio gel essiccante aggiunto al colore. Si può diluire ulteriormente con Ragia minerale.
È un prodotto infiammabile.

Medio d'impasto
Olio di cartamo, essiccanti, eccipienti. Estratto secco 99 %.

Si presenta come una pasta bianca con la stessa viscosità dei colori a olio dei quali,per questo motivo, non altera le caratteristiche fisiche. In sostanza è un colore a olio non pigmentale. Unito ai colori forma impasti che hanno una resa cromatica lievemente inferiore ma allo stesso tempo facilita notevolmente l'applicazione e migliora la pennellabilità. Essicca velocemente e non ingiallisce.
Si utilizza soprattutto per tecniche a spessore perché permette grande risparmio di colore a chi opera su grandi superfici ed evita eventuali spaccature dovute ad eccessiva matericità del dipinto. Si può procedere in due differenti modi: miscelando direttamente colore a olio e Medio d'impasto oppure stendendo sul supporto il Medio d'impasto neutro e colorando ad essiccazione avvenuta. La consistenza e la plasticità di questo prodotto ne permettono l'applicazione a spatola; si possono ottenere spessori estremamente variabili a vantaggio del risultato finale. Il tempo di essiccazione dell'opera è direttamente proporzionale allo spessore della stessa.
Si può diluire con Ragia minerale.

Medio d'impasto (diluibile con acqua)
Olio di lino modificato, siccativi, eccipienti. Estratto secco 100%.

Pasta bianca, densa, molto corposa. Si presenta con la stessa viscosità di un colore a olio ma è privo di pigmento. Unito ai colori da modo di ottenere un impasto dalle caratteristiche reologiche molto simili a quelle di origine diminuendo leggermente il potere colorante ma aumentando la resa applicativa. Permette quindi di dipingere grandi superfici utilizzando una quantità limitata di colore. Questo prodotto è particolarmente indicato per le tecniche a spessore, si può utilizzare miscelato con i colori oppure steso neutro e dipinto solo quando è completamente asciugato. Il tempo di essiccazione varia in funzione dello spessore utilizzato.
Si diluisce con acqua oppure con ragia minerale. Può essere mescolato con colori a olio e con colori a base di acqua.

Medio lento
Olio di papavero, ragia minerale. Estratto secco. 53%.

Liquido di colore paglierino. Miscelato con i colori a olio ne diminuisce la viscosità e la consistenza. Ritarda l'essiccazione dei colori grazie alla presenza dell'olio di papavero che ossida molto lentamente.
Il suo impiego consente di asportare lo strato di colore del dipinto, oppure di rilavorarlo, anche alcuni giorni dopo la stesura. Durante l'esecuzione di un dipinto l'azione del Medio lento mantiene lo strato di colore sempre umido e morbido. Ultimato il dipinto l'essiccazione totale è più lunga ed è quindi necessario attendere circa un mese prima di applicare eventuali vernici fissativo; se lo strato di colore non è completamente asciutto si rischia di avere lo strato di vernice superficiale secco ma il colore sottostante ancora umido.
Si può diluire ulteriormente con Ragia minerale. È un prodotto infiammabile.

Medio opacizzante
Resina alchidica tixotropica, silice opacizzante, ragia minerale. Estratto secco 31 %.

Gel ambrato che aggiunto ai colori a olio in proporzione pari al 20 % da luogo a un'opacità elevata accelerando notevolmente l'essiccazione dello strato di pittura.
La quantità variabile di Medio opacizzante utilizzato consente di diversificare il grado di opacità ed ottenere quello desiderato. Grazie alla sua composizione forma con il colore una miscela morbida, di aspetto serico, facilmente applicabile. Mantiene invariata la viscosità e la consistenza del colore.
Si può diluire ulteriormente con Ragia minerale. È un prodotto infiammabile.

Olietto diluente
Olio di lino crudo, ragia camerale. Estratto secco 25 %.

Liquido di colore paglierino utilizzato per diluire i colori a olio senza alterarne le caratteristiche di brillantezza. Di applicazione molto scorrevole permette, a differenza dei diluenti puri quali Essenza di petrolio, di trementina e Ragia minerale, di non "smagrire" eccessivamente i colori. Il prodotto contiene olio di lino quindi tende a un progressivo ingiallimento che diventa irreversibile una volta che il dipinto si sia completamente ossidato. Utilissimo per la tecnica delle velature, ossia la sovrapposizione di più strati trasparenti di colore. Si procede stemperando una minima quantità di colore nell'Olietto diluente; successivamente si stende questo impasto con un pennello morbido, a ventaglio, incrociando le pennellate per evitare la formazione di spiacevoli striature. Quando la prima velatura è essiccata si può procedere alla stesura della seconda. L'Olietto diluente aumenta leggermente il tempo di essiccazione dei colori.
È molto importante iniziare a dipingere con i toni chiari e luminosi per poi proseguire con le tinte più scure ma sempre trasparenti; sovrapponendo un blu a un giallo si ottiene un azzurro verdastro: il giallo si percepisce difficilmente e il blu diventa più luminoso. Più numerose sono le velature maggiore profondità avrà il dipinto finale. L'esecuzione perfetta permette il riconoscimento di ogni singola velatura a dipinto ultimalo. Per raggiungere questi risultati sono necessario pratica ed esperienza. Si può diluire ulteriormente con Ragia minerale. E un prodotto infiammabile.

Olio di cartamo
Estratto di semi di cartamo.

Olio di colore paglierino, limpido, poco acido, ricavato dalla spremitura dei semi del Carthamus Tinctorius detto popolarmente Zafferanone. Nel campo delle Belle Arti è di recente impiego, la sua composizione chimica ne fa un prodotto semi-essiccante ossia che essicca lentamente, non ingiallisce nel tempo quindi e particolarmente indicato per la preparazione dei bianchi e dei colori molto chiari. Utilizzato, insieme con l'olio di papavero, come legante nella produzione dei colori a olio superiori MAIMERI PURO. I pittori lo usano come diluente, serve sostanzialmente ad ammorbidire e fluidificare il colore e, se usato in grande quantità, permette di utilizzare i colori a olio come acquerelli senza alterarne la brillantezza. Per questa tecnica è meglio servirsi di colori ad alta concentrazione di pigmento in modo da non abbassare eccessivamente la cromaticità dell'opera. Si procede stemperando piccole quantità di colore in molto Olio di cartamo e dipingendo su carta specifica per acquerello, a grana grossa, di cotone. In questo caso è opportuno preparare la carta con l'apposita Imprimitura per colori a olio. È importante dipingere velocemente con un pennello tondo morbidissimo prima che la carta abbia totalmente assorbito il colore già steso. Intervenendo con il pennello imbibito di solo olio si possono ottenere sfumature e trasparenze tipiche della pittura ad acquerello.

Olio di lino
Estratto di semi di lino raffinato.

Olio di colore paglierino, limpido, poco acido, di odore molto gradevole. Ricavato dalla spremitura dei semi del Linum, una delle specie di Linacee più coltivate. Utilizzato generalmente come veicolo dei colori a olio è il diluente più comune nel settore delle Belle Arti.
La sua composizione chimica fa si che essicchi rapidamente. Aumenta la brillantezza dei colori ma è soggetto a ingiallimento nel corso del tempo, soprattutto se conservato in un luogo buio.
Si usa intingendo il pennello nel flacone o nello scodellino e lavorandolo poi con il colore sulla tavolozza; meglio evitare di versare l'olio direttamente sulla tavolozza, non si riuscirebbe a controllare la quantità di olio da utilizzare.
L'aggiunta di Olio di lino al colore permette di raggiungere una buona dilatazione della pennellata rendendo il dipinto pulito e "modellato".

Olio di lino (diluibile con acqua)
Olio di lino modificato. Estratto secco 100%.

Olio dal colore paglierino, dall'aspetto limpido e l'odore gradevole delle Belle Arti. A differenza del prodotto classico, quest'olio è stato modificalo attraverso l'unione di sostanze organiche che sono in grado di creare un legame tra due sostanze incompatibili come l'olio e l'acqua.
Si unisce ai colori per diluirli o per aumentarne la trasparenza.
Diminuisce leggermente il tempo di essiccazione dei colori e determina, con il tempo, un lieve ingiallimento dell'opera. Usato come medio, in piccole dosi, aumenta la dilatazione della pennellata facilitando la stesura del colore.
Si diluisce con acqua oppure con ragia minerale. Può essere mescolato con colori a olio e con colori a base di acqua.

Olio di lino polimerizzato
Olio di lino raffinato.

Chiamato anche Standolio e un olio di colore paglierino, con viscosità maggiore rispetto a quella dell'olio crudo, odora di olio di lino cotto. Lo si raffina e polimerizza ossidandolo parzialmente mediante riscaldamento a 280°/ 300° C in autoclavi sottovuoto in presenza di gas inerti. Questo trattamento ne migliora le doti di elasticità e dilatazione.
Miscelato con i colori a olio li rende notevolmente untuosi, dai toni pieni e molto brillanti. Per una migliore stesura e una più rapida essiccazione è consigliabile diluirlo con Ragia minerale oppure con Medio essiccante. E' soggetto a ingiallimento ed essicca molto lentamente, nel corso di circa un mese.
Ottimo per ottenere l'effetto "glacis" ossia il risultato di una pittura estremamente lavorata, levigata e lucida. Si procede stemperando una piccola quantità di colore con Olio di lino polimerizzato e dipingendo con un pennello molto morbido, meglio se di martora. Questa tecnica richiama per alcuni aspetti la tecnica delle velature ma, al contrario, l'effetto glacis si ottiene con pittura diretta e non a stadi. Se nella velatura, infatti, i vari strati rimangono ben distinti in questo caso le tinte si fondono una con l'altra.

Olio di lino polimerizzato (diluibile in acqua)
Olio di lino polimerizzato per riscaldamento e modificato. Estratto secco 100%.

Olio dal colore paglierino e dall'odore piacevole dell'olio di lino cotto. Ha maggiore viscosità rispetto all'olio di lino crudo, miscelato con i colori migliora l'elasticità e la dilatazione della pennellata conferendo luminosità e brillantezza ai toni.
A differenza del prodotto classico, quest'olio è stato modificato attraverso l'unione di sostanze organiche che sono in grado di creare un legame tra due sostanze incompatibili come l'olio e l'acqua. Tende a ingiallire leggermente con il passare del tempo soprattutto se l'opera è conservata in luogo buio. Si diluisce con acqua oppure con ragia minerale. Può essere mescolato con colori a olio e con colori a base di acqua.

Olio di noce
Estratto di gheriglio di noci. Raffinato.

Olio di colore giallo chiaro, limpido, con odore e sapore che ricordano quelli della noce, si ricava dalla spremitura dei gherigli di questo frutto. Ha un buon potere essiccante e non ingiallisce. Aggiunto ai colori a olio ne aumenta la brillantezza. Ha proprietà, caratteristiche e modi d'uso simili a quelli degli altri olii utilizzati nel settore delle Belle Arti. Si può diluire con Ragia minerale.

Olio di papavero
Estratto di semi di papavero. Raffinato.

Olio di colore giallo dorato, inodore, ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi del Papaver Sumniferum. La composizione chimica lo rende semi-essiccante ed assolutamente non ingiallente, adatto quindi alla preparazione dei bianchi e dei colori molto chiari.
In campo artistico ha una grande tradizione storica, da sempre utilizzato nella diluizione del colore perché ha caratteristiche di estrema purezza e resistenza alla luce. Per questo è stato scelto, insieme con l'Olio di cartamo, come legante nella produzione dei colori a olio superiori MAIMERI PURO. Si può diluire con ragia minerale.

Ragia minerale
Distillato di petrolio raffinato. Contenuto aromatico inferiore al 20 %.

Liquido incolore, con velocità di evaporazione medio-lenta. Ottenuta per distillazione a una temperatura diversa da quella utilizzata per l'Essenza di petrolio. In percentuale è più ricca di sostanze aromatiche rispetto ai normali diluenti e alle essenze di origine minerale e possiede maggiore potere solvente.
Utilizzata per diluire colori a olio, vernici e medii. È ottima per pulire perfettamente pennelli e tavolozze. È un prodotto infiammabile.

Leggendo attentamente le indicazioni di ogni prodotto troverete sicuramente il più adatto al vostro modo di dipingere e agli effetti che volete ottenere, se però siete dei principianti questa lunga lista vi renderà indecisi, in questo caso potrete iniziare acquistando solo due prodotti: il Medio essiccante e l'Olio di lino, li userete insieme per diluire il colore (percentuale: 1 di medio essiccante, 2 di olio di lino), l'essiccante aiuterà il dipinto ad asciugare più in fretta e l'olio lo diluirà quanto basta per ottenere delle morbide pennellate. La trielina o Ragia minerale vi serviranno invece per pulire i pennelli e la tavolozza dopo l'uso.

I pennelli consigliati per la pittura ad olio possono essere di tutti i tipi, sia sintetici che di pelo animale, sia tondi che piatti, dipende solo dal tipo di dipinto che dovete fare. La tavolozza consigliata è sicuramente quella in legno, ma se non avete quella andranno bene anche altri contenitori. Non fate poi mancare stracci e piccoli recipienti o vaschette per i diluenti .

La superficie ideale per la pittura ad olio è sicuramente la tela, potete trovare telai già pronti in commercio in negozi per belle arti, li troverete di ogni dimensione. Una volta dipinto il quadro e staccata la tela potrete riulitizzare il telaio attaccando un'altra tela con delle puntine. Oltre che sulla tela potete dipingere anche su legno o telato
Come dipingere

Prima di iniziare a dipingere è bene ricordarsi che i colori ad olio non si possono lavare, per cui vi conviene indossare un camice onde evitare brutte macchie, se lavorate in casa fate attenzione a non macchiare vostra postazione, nell'eventualità potete coprire con carta di giornale quelle superfici che sono a rischio.
Scegliete il posto dove dipingere con cura, sia su cavalletto o su una superficie piana, questo deve essere ben illuminato.
Preparate in anticipo tutta l'attrezzatura che vi servirà e sistematela in modo da poterla utilizzare senza difficoltà, potete anche sistemare tutti i colori che pensate di usare sulla tavolozza, (non preoccupatevi, i colori ad olio seccano molto lentamente e prima che si induriscano sulla tavolozza ci vuole una giornata) abituatevi a collocare i colori sempre nelle stesse posizioni, potete disporli secondo un ordine preciso, ad esempio i colori chiari da un lato e quelli scuri dall'altro, lasciate la parte centrale della tavolozza per le mescolanze. In commercio esistono delle vaschette che si possono agganciare alla tavolozza, queste sono molto utili che contenere i diluenti.
Se dovete mescolare grosse quantità di colore utilizzate una spatola o un mestichino, così eviterete di sporcare (e rovinare) i pennelli.

 



Preparato tutto ciò che vi serve potete passare al disegno o schizzo del vostro soggetto sulla tela.
Anche se avete bene a mente cosa volete dipingere uno schizzo vi aiuterà in maniera incredibile, per cui vale la pena di perdere un po' di tempo in questa operazione.
Potete fare lo schizzo in diversi modi, direttamente con un pennello bagnato con una miscela di essenza di petrolio e colore (possibilmente un bruno), oppure potete creare il disegno di base con uno spolvero. Lo spolvero consiste nel realizzare il disegno su un foglio (carta da pacco andrà benissimo) della grandezza del dipinto e bucherellare con un chiodo tutti i contorni del disegno.
Fatto questo si posiziona il foglio sopra la superficie da dipingere e si 'spolverano' i buchi con del pigmento in polvere di colore bruno, questa tecnica però si usa di solito per grandi superfici.
A questo punto siete pronti per iniziare a dipingere, il colore può essere applicato in tanti modi, con piccole pennellate incisive in modo da dare vivacità al dipinto oppure applicando il colore su grandi superfici in modo continuo. Potete anche applicare il colore con una spatola per ottenere degli effetti 'materici'.
Se si fa un errore si può asportare via la pittura con il mestichino, pulire con uno straccio e trementina e poi ridipingere la zona.
La pittura ad olio ci mette moltissimo tempo ad asciugare, la maniera migliore di fare essiccare il colore è sotto la luce del sole, così i colori non ingialliranno.

Come pulire e conservare


Una volta finito di dipingere si deve togliere il colore dalla tavolozza con una spatola e carta da giornale, quindi si strofina uno straccio imbevuto di Ragia minerale. Se la tavolozza è di legno una volta finita questa operazione si deve strofinare con un po' di olio di lino.
I pennelli invece vanno lavati con Ragia minerale stando attenti a togliere tutti i residui di colore. Quando il colore sarà tolto del tutto si devono passare con acqua e sapone. Dopo averli sciacquati e asciugati si deve dar loro la forma originale con le dita.
La Ragia minerale può essere sostituita con trielina.
Se malauguratamente il colore dovesse asciugarsi sul pennello non ci sarebbe più niente da fare e dovreste buttarlo via.
Come per gli altri tipi di colore è bene conservare i tubetti ben chiusi lontano da fonti di calore, la stessa cosa vale per i dipinti.
Se volete essere sicuri che i vostri quadri rimangano inalterati negli anni potete passarci sopra della vernice trasparente (liquida o spray). In commercio ce ne sono di diversi tipi, la più famosa è Vernice Damar formata da essenza di trementina ed alcoli.

Come già detto all'inizio dipingere ad olio è abbastanza complesso rispetto ad altre tecniche ma se vi impegnate e iniziate copiando da autori famosi sicuramente migliorerete in brevissimo tempo.

 

 

Teoria del colore

Esempi pratici della teoria dei colori

Lo spettro fa modo che una determinata tonalità appaia nitida oppure vicina ad altri colori. Le tonalità che risultano nitide corrispondono a colori complementari saturati, dato che ogni colore può raggiungere una sua massima intensità.
Per esempio un rosso non potrà mai essere più rosso di quello che è. Se lo vogliamo modificare, abbiamo due possibilità: combinandolo con il bianco, possiamo fare modo che perda forza; viceversa, aggiungendo un po' di blu -in quantità molto ridotta, altrimenti il rosso tenderà al violetto- , lo scuriremo.

Provate queste sintesi cromatica su un foglio, disegnate dieci quadretti in successione. Dipingente il quinto di rosso e quindi tutti gli altri aggiungendo gradatamente del bianco in quelli di sinistra e del blu in quelli di destra.



Gamma di colore

Possiamo dividere i colori in tre gamme di vivacità, ciascuna delle quali individuata da pochi colori tipici:

  • gamma fredda: viola, blu e verde;
  • gamma calda: giallo, arancio e rosso;
  • gamma pallida: i colori sono mitigati da varie tonalità di grigio.

Ricapitolando, i colori secondari si ottengono mescolando a due a due i colori primari, mentre un colore primario mescolato ad un colore secondario da un colore intermedio.
Se mescoliamo in parti uguali viola e giallo, otterremo il bistro (un colore molto scuro, quasi nero, che useremo al posto del nero per scurire i colori, mantenendo nella vivacità e brillantezza). Il bistro si tiene anche dalla mescolanza di arancio e blu o di verde e rosso.
Mentre un colore si scurisce col nero o con il bistro, tutti colori chiari, diversi, si ottengono aggiungendo bianco o, nel caso della tecnica d'acquarello, diluendo il pigmento in acqua.
Il grigio neutro e un frutto della mescolanza di tre colori primari con il nero e il bianco, mentre le diverse tonalità di grigio si ottengono con il bianco o poco nero. Se si vuole 'scaldare' il grigio, bisogna aggiungere un goccio di magenta. Se invece si vuole 'raffreddarlo' bisogna aggiungere del blu.

Proprietà fisiche dei colori

  • tonalità: quantità di luce presente nei singoli colori; dipende dal grado di assorbimento della luce da parte della retina.
  • intensità o cromaticità: brillantezza o opacità del colore, che varia dal chiaro allo scuro, dal brillante al tenue.
  • gradazione: grado di luminosità di un colore.
  • vivacità: qualità termica, secondo la quale il rosso, l'arancione e il giallo sono considerati "caldi" mentre i blu, il verde e viola sono considerati "freddi".
  • durezza: qualità tattile che fa considerare 'duri' il rosso, il bianco e il giallo e 'morbidi' il blu e il nero.
  • tonalità affettiva: esistono colori che producono in noi piacere o avversione.
  • forza: capacità di un colore di risaltare (per esempio il bianco e nero).
  • grandiosità: e una delle qualità di stimolo più che di percezione.
  • area: le superfici verdi o blu sembrano più ampie di quelle rosse o gialle.
  • localizzazione: rosso giallo sembrano più vicini, blu e verde più lontani.
  • trasparenza: capacità di rivelare o di occultare ciò che sta dietro.
  • brillantezza: è prodotta da riflesso della luce sulla superficie dell'oggetto.


Valori simbolici dei colori

I colori hanno un'enorme influenza sullo stato d'animo: ogni colore provoca infatti una determinata reazione emotiva nel soggetto; si pensi soltanto l'uso di colori tenui come il celeste il verde chiaro negli ambienti ospedalieri, al fine di trasmettere pazienti pace e tranquillità; o, per contrasto, al colore giallo del taxi facilmente identificabile anche in pieno traffico oppure di notte. Anche la nostra lingua ha mutato modi di dire: ad esempio la disperazione e nera, la collera è rossa, la speranza è verde, mentre l'amore è rosa. Una sposa e tradizionalmente vestita di bianco, come un neonato, simbolo di purezza e innocenza. Nero, invece, il colore del lutto, del dolore e del pianto.

Composizione dei colori

I pittori dell'antichità fabbricavano i colori personalmente, e nel produrli ognuno usava un procedimento personale. Nel 1864 Eugène Chevrel catalogò le tinte antiche: 14.400 tonalità cromatiche materiali ottenute da sostanze naturali usata nelle botteghe dei maestri fino al 700. Nel XIX secolo la chimica industriale provocò una rivoluzione nell'organizzazione del lavoro artistico con l'immissione sul mercato dei colori sintetici. In tal modo però si appiattì e si generalizzato l'uso di colori, che non vennero più prodotti nel segreto delle botteghe, in base a ricette tradizionali. Il miracolo pittorico dell'impressionismo va in gran parte ascritto ai meriti dell'industria Lefranc, che produceva ottimi colori in tubetto.
I macchiaioli italiani, che non erano meno bravi dei loro colleghi d'oltralpe, usavano prodotti autarchici piuttosto scadenti, con il risultato di rendere ombreggiato e tetro anche ciò che le loro intenzioni doveva essere brillante solare.
In seguito entrarono in lizza con prodotti di qualità altre aziende tedesche, belghe, olandesi e infine italiane, ognuna delle quali propose gambe più o meno ampie di tonalità di colore.
Tutti colori che si utilizzano oggi nei diversi metodi pittorici hanno una cosa in comune, il pigmento, che altro non è se non un colore in polvere. Sono gli agglutinanti che rendono i vari tipi di colore adatti alle diverse tecniche: acquarello, pastelli, olio, tempera eccetera.
I pigmenti possono essere di origine animale, vegetale o minerale, ma il pittore alle soglie del duemila ha a disposizione per lo più materiali artificiali. Si trovano ancora pigmenti di origine naturale, ma vengono usati sempre più raramente anche per la loro tossicità: non dimentichiamo gli avvelenamenti cui andavano soggetti pittori nei secoli passati.

I bianchi

I più noti sono il bianco di piombo, il bianco di zinco e il bianco di titanio. Il primo, chiamato anche bianco d'argento, è molto opaco e asciuga con facilità. E particolarmente indicato per impasti grossi e per sfondi, rappresenta un alto grado di tossicità.
Il bianco di zinco viene chiamato anche bianco Cina e ha una tonalità più fredda, azzurrina.
Si mescola bene con gli altri colori schiarendoli, ma copre meno asciuga più lentamente. Non è tossico. Il bianco di titanio è entrato recentemente nel campo della pittura; la tonalità è ugualmente opaca, asciuga in tempi normali, non è tossico e copre bene.

I gialli

Il giallo di cadmio, luminoso e dall'asciugatura lenta, si mescola bene con tutti colori tranne che con quelli a base di rame, come il verde opaco. Mescolandolo con il blu, da un bel verde intenso. Il giallo Napoli e uno dei pigmenti più antichi. Presenta un alto grado di ocapacità, si mescola bene con gli altri pigmenti è altamente tossico, essendo indiretto derivato del piombo.
Il giallo di cromo limone esiste il sfumature cromatiche diverse, che vanno dal limone e fin quasi all'arancio. Colore opaco, con poca resistenza alla luce, soprattutto nelle tonalità più chiare, è tossico.
Anche il giallo ocra, o giallo terra, ha origini antiche. Alcuni pittori lo prediligono considerandolo un pigmento più naturale. Copre e si mescola assai bene. Il terra di Siena naturale viene da Siena, come indica suo nome. Bisogna tener presente, però, che questo pigmento tende a scurirsi nel tempo e deve assolutamente essere diluito con una giusta quantità di olio non è consigliabile usarlo per zone ampie o per sfondi.

I rossi

Il rosso carminio è un colore brillante che, mescolato al bianco di zinco, può fornire una ricca gamma di toni e rosati. Mescolato al blu, di origine a luminosi violetti. È abbastanza fluido ma asciuga lentamente. Il pigmento naturale ricavato dal corpo di seccato di un insetto sbiadisce con facilità, mentre quello prodotto da una pianta resiste di più alla luce ed è infinitamente meno caro. I rosso vermiglione e luminoso, opaco e secca lentamente. Se di origine minerale (composto di zolfo e mercurio) e molto tossico, alla luce del sole annerisce e non si mescola con i colori a base di rame. Oggi si usa quello ricavato da pigmenti artificiali. Il rosso di cadmio a un vantaggio rispetto al vermiglione: non annerisce al sole, per cui viene usato spesso come sostituto. È brillante e potente e non si mescola ai colori a base di rame. Il terra di Siena bruciata ha alcune caratteristiche in comune con il terra di Siena naturale la sua origine e la stessa però il bruciato e più scuro e tende al rossiccio. Il pericolo che scurisca è minore, anche se è bene diluirlo con molto olio.

I blu

Il blu di cobalto e un colore che non copre bene ma asciuga rapidamente. Deve essere diluito con molto olio, per cui nel tempo può assumere una tonalità verdastre. Se mescolato con altri colori che impiegano più tempo ad asciugarsi, può screpolarsi. Il blu oltremare, derivato anticamente dagli lapislazzuli, era assai usato nell'antichità, nonostante fosse particolarmente laborioso sminuzzarlo e fosse oltremodo costoso. Oggi viene prodotto artificialmente. Si mescola bene con tutti i colori tranne con quelli a base di rame: combinato con il giallo di cadmio, da dei verdi brillanti, con il rosso carminio dei viola intensi. È opaco e completamente stabile, all'aria aperta si altera e alla luce artificiale appare assai scuro. I blu di Prussia asciuga bene e solitamente scolorisce quando viene mescolato con colori chiari. Il suo tono cromatico è influenzato dalla luce che può schiarirlo. In questo caso consigliamo di lasciarlo per un periodo al buio: lo vedremo riprendere il suo colore originario.

I verdi

Il verde terra è un derivato dell'ocra. È di origine molto antica e presenta tonalità di colore cachi. Si adatta perfettamente tutte le tecniche. Copre bene e asciuga con relativa rapidità.
Il verde smeraldo (o verde virdian) non presenta buone doti di stabilità cromatica. E' un colore trasparente: se mescolato con il giallo di cadmio produce un verde brillante, chiamato verde permanente. L'ossido di cromo verde presenta un basso grado di vivacità di tono, ma è molto coprente. Il verde di cobalto si manifesta in diverse tonalità. Non si deve mescolarlo con le terre.

Bruni e neri

Il terra scura naturale e il terra scura bruciata asciugano con rapidità e presentano un buon grado di stabilità. Non sono consigliabili per impasti densi. Il terra cassel (o bruno Van Dyck) ha una tonalità simile al terra scura naturale, con una leggera tendenza al grigiastro. Di solito viene usato nei ritocchi.
Il nero avorio, che si otteneva dalla calcinazione di polvere d'avorio, oggi è sostituito dal nero di ossa ottenuto dalla calcinazione di stinchi di animali. Si asciuga molto lentamente e presenta un ottimo grado di stabilità. Particolarmente stabile è anche il nerofumo: viene usato con ottimi risultati in tutte le tecniche. Il nero di vite si ottiene dalla calcinazione di tralci di vite. Si presenta in una tonalità a sfondo bluastro.

 

 

Esercizio


La teoria del colore:

Scopo: capire appieno la teoria del colore e riuscire ad ottenere il maggior numero di tonalità possibili utilizzando solo i colori primari più bianco e nero

Tempo: variabile in base alla bravura della persona (minimo 6 ore)

Strumenti necessari: 5 tubetti di tempera, i colori primari più il bianco e il nero, un pennello di medie dimensioni (n° 8-10), un rotolo di nastro adesivo di carta, una ciotola per l'acqua e una tavolozza, un foglio spesso ruvido, una matita media, una gomma e delle squadrette.

Disegnate sul foglio centrandolo un rettangolo (base 39 cm, altezza 36 cm), suddividetelo poi in 13 colonne e 12 righe, in modo da ottenere dei quadretti da 3 cm per lato. Finito il disegno eliminate la grafite in eccesso rimasta sul foglio (potete usare una gomma pane).
I quadretti disegnati andranno riempiti con varie tonalità di colore, per aiutarvi a colorare mantenendo i contorni dritti potete usare il nastro adesivo: strappate un pezzo di nastro lungo quanto il lato del quadrato (devono rimanere un paio di cm in più), togliete dal nastro la colla in eccesso in modo che togliendolo non possa strappare il foglio (per ottenere il risultato desiderato potete strofinarlo sul bordo del tavolo tenendolo per i capi opposti, attenti però a non togliere troppa colla altrimenti non aderirà bene al foglio e il colore 'sborderà'), dopodiché posizionatelo attorno al quadrato disegnato come una cornice.


A questo punto siete pronti per colorare, la prima riga da fare è la sesta dall'alto. Lasciate il primo quadretto (dove andrà il grigio) vuoto e iniziate dal secondo, i colori che andranno inseriti in questo ordine:

Viola freddo

si ottiene mescolando il magenta e il blu cyan con una percentuale di blu maggiore rispetto il rosso

Indaco

si ottiene aggiungendo al blu una punta di rosso

Blu cyan

Verde blu

si ottiene mescolando una punta di giallo al blu

Verde

si ottiene mescolando in parti uguali blu cyan e giallo primario

Verde giallo

si ottiene mescolando al giallo una punta di blu

Giallo primario

Giallo arancio

si ottiene mescolando una punta di magenta al giallo

Arancio

si ottiene mescolando giallo e magenta in parti uguali

Rosso carminio

si ottiene aggiungendo una punta di giallo al magenta

Magenta

Viola caldo

si ottiene mescolando il magenta e il blu cyan con una percentuale di magenta maggiore

 

Dopo aver inserito questi potete andare a riempire la prima colonna di quadretti, partite dal quadretto lasciato bianco a inizio riga, cercando di ottenere una gradazione di grigio pari al resto dei colori nella fila, dopodiché iniziate ad aggiungere al grigio del bianco e del nero per completare la prima colonna; verso l'alto aggiungerete del bianco fino ad ottenere un grigio chiarissimo(quasi bianco), verso il basso del nero fino ad ottenere un grigio scurissimo(quasi nero).

Molto importante è non fare sbalzi troppo alti tra la gradazione di un quadretto e quella sotto per cui dosate meglio che potete la quantità di nero e bianco!

Tenendo come gradazione base la colonna di grigi dovrete riempite le altre colonne di quadretti aggiungendo bianco o nero ai colori inseriti all'inizio. Il risultato finale sarà buono se tutte le gradazioni saranno 'coerenti' tra di loro, i quadretti di ogni riga infatti, dovrebbero avere la stessa gradazione nonostante i colori diversi. Per essere sicuri di aver fatto un buon esercizio potete fotocopiare il lavoro ultimato e accertarvi che ogni riga abbia la stessa gradazione di grigio

Importante inoltre è mantenere i contorni dei quadretti il più dritti possibile, se non ce la fate a mano libera (comunque sforzatevi!) potete continuare ad usare il nastro adesivo togliendolo poi con estrema cautela per non strappare il foglio.

A risultato ultimato la tavola dovrebbe essere il più uguale possibile a quella illustrata qui, questo è un esercizio che sembra semplice ma in realtà non lo è affatto, richiede molta pazienza soprattutto se siete alle prime armi con tempera e pennelli. Una volta completato avrete acquisito delle capacità indispensabili per continuare a colorare e dipingere in futuro.

Se invece volete aumentare la difficoltà dell'esercizio, potere provare a inserire più colonne in modo da creare quante più tonalità possibile!

 

 

Materiali per il disegno

La carta

Sicuramente vi troverete imbarazzati nella scelta della carta poiché esiste una grandissima varietà di tipi. La carta si può acquistare in blocchi di varie misure o fogli singoli. Se siete all'inizio sarebbe una bella idea quella di comperare pochi fogli di carta , ognuno di tipo diverso, il modo da fare diverse prove e scegliere alla fine i fogli chi più vi piacciono.

Quando acquistate un foglio di carta o un blocco le cose più importanti da decidere sono due.
La scelta principale è tra la carta ruvida e quella liscia. Quelli ruvida è indicata per il carboncino, i pastelli e le crete che mettono in risalto la struttura della carta. Quella liscia invece permette una maggiore precisione nei dettagli del disegno, specialmente con la penna e la matita.
Oltre a questi due tipi di carta esiste un terzo ovvero la carta semiruvida che però si trova soltanto nei negozi specializzati.
Un altra scelte importante è lo spessore del foglio. Gli spessori della carta si distinguono per il diverso peso detto grammatura della carta.
Per disegnare e colorare è consigliabile una carta spessa, tra le marche esistenti in commercio sicuramente la più nota è la carta Fabriano che offre una vasta scelta di fogli singoli o in blocco di dimensioni e grandezze diverse. La grammatura ideale per il disegno e la pittura è di 220g, mentre la dimensione del foglio dipende del disegno che dovete fare (nelle scuole d'arte i formati più utilizzati sono 33x48 e 50x70 cm).

Se vi rivolgete ad un negozio di belle arti avrete l'imbarazzo della scelta, potrete trovare una tipologia di carta per ogni tipo di pittura, unico lato negativo di queste pregiatissime carte è il prezzo molto elevato, di conseguenza prima di acquistarle è meglio fare un po' di esperienza con la carta meno elaborata.
State attenti però perché molto spesso il prezzo si abbassa ma anche la qualità, la carta dovrebbe rimanere invariata nonostante molte cancellature e non dovrebbe 'sfibrarsi' facilmente (magari dipingendo ad acquerello). I costi della carta di media qualità dovrebbero aggirarsi intorno le 1.500-2.000 £ per un foglio 50x70 cm, e alle 15.000-25.000 per un blocco di 20 fogli 33x48 cm (220g).*

Carta per acquerello

La carta indicata per il disegno acquarello è a grumi e porosa; la migliore resa cromatica si ottiene con le carte di pregiata qualità in puro cotone, fabbricate a mano; tuttavia dato l'elevato costo il loro utilizzo è consigliabile solo quando si saranno raggiunti buoni livelli di preparazione. E' bene scegliere un fondo bianco, o perlomeno molto chiaro, perché, essendo il materiale cromatico trasparente, la tinta del fondo si combina con i colori. Una maggiore ruvidità della carta rende possibili effetti particolari, efficace nella rappresentazione di oggetti rugosi, come, per esempio, il tronco di un albero, mentre una carta a grana fine si adatta meglio a disegni particolareggiati.
I blocchi di carta per acquarello, i cui fogli sono incollati su quattro bordi, sono molto pratici, perché la superficie su cui si dipinge rimane ben tesa, anche se si abbonda in acqua. Occorrerà tuttavia, fare molta attenzione quando si dovrà staccare il foglio del blocco. Infatti poiché la composizione della carta è stratificata si rischia che si 'slabbri' sul bordo.

Orizzontale o verticale?

La figura dell'artista che tutti abbiamo in mente è quella della persona che dipinge o disegna tenendo la tela o il blocco verticale, di solito appoggiato su un cavalletto, in realtà è bene mantenere questa posizione solo in determinati casi.
Il supporto dovrà essere verticale o inclinato quando si usano i pastelli oppure il carboncino, in modo che la polvere che inevitabilmente si forma lavorando scivoli a terra, senza 'sporcare' il disegno. Quando invece si stanno usando colori a d'acqua, foglio dovrebbe essere mantenuto in posizione orizzontale, possibilmente fissato su un supporto rigido per evitare che l'acqua lo deformi (ideale a questo scopo sarebbe un foglio fissato su un telaio).

Il blocco per schizzi

Il disegnatore professionista ha sempre con se un blocco o un taccuino da disegno, in questo modo può fare sempre degli schizzi alle cose che lo colpiscono, in questo caso il formato della carta deve essere molto ridotto, andrebbe più che bene un A4, e la grammatura dei fogli non è importante. In commercio vi sono molti blocchi studiati per questo utilizzo, ad esempio la linea Schizza e strappa che offre blocchi di tutte le dimensioni di carta bianca (senza righe o quadretti) ad un costo relativamente basso.

Consigli

Inutile ricordare che la carta dovrà essere in perfetto stato, senza pieghe o rughe: ricordiamo che le tracce di grasso lasciate dalle dita, per quanto impercettibili, impediscono al colore di fare presa. E importante quindi mantenere una corretta posizione di lavoro.

La Tavolozza



La comune tavolozza è un piano di cui l'artista si serve per mescolare i colori; può essere di legno, di porcellana o di plastica, di forma ovale o rettangolare. La tavolozza di legno, ha vantaggio di essere leggermente assorbente, cosicché il colore non scivoli ne sgoccioli.
Per impugnarla si inserisce il pollice della mano sinistra (o comunque della mano che non tiene il pennello) nel foro previsto nella parte superiore della tavolozza, a quindi si appoggia il piano sul palmo della mano. Sui bordi della tavolozza di solito si dispongono i colori dei quali si presume di aver bisogno nella seduta, mentre per la mescolanza si usa il centro, che quindi, alla fine del lavoro, appare incrostato di colori mescolati. È bene abituarsi a pulire la tavolozza ogni volta dopo averla usata così che i resti di colori non vadano a mescolare essi con quelli che si useranno la volta seguente. Per punirla basta usare dell'acqua (o acqua ragia), se le incrostazioni sono fresche; se invece il pigmento e secco si deve raschiarlo come una spatola. Parlando in gergo pittorico per tavolozza si intende tanto il piano di legno su cui vengono distribuiti colori ma anche l'insieme dei colori stessi distribuiti sulla sua superficie. Si distingue l'abilità dell'artista da come dispone le varie materie cromatiche, determinato dall'applicazione della teoria del colore e mediato da su gusto personale.

Se avete appena acquistato una tavolozza in legno è molto probabile che assorba troppo il colore, per risolvere il problema potete levigarla con della carta vetrata e poi strofinarla con olio di lino, così i colori penetreranno molto meno.

Le tavolozze di plastica sono sicuramente le più pratiche, si puliscono sempre perfettamente, non assorbono il colore e si trovano in tutti i formati, addirittura con i vani porta colore incavati.

Se non avete voglia di spendere dei soldi per una tavolozza invece potrete comodamente utilizzare dei recipienti improvvisati, piatti o bicchieri di plastica (magari usa e getta così alla fine non dovrete nemmeno pulirli), vaschette di qualunque tipo, cartoncino plastificato, o ancora meglio vecchi piatti o tazzine (ideali da pulire dopo l'uso).
Se invece lavorate ad un dipinto che richiede più giorni di lavoro avrete la necessità di riutilizzare gli stessi colori, non sempre però si riescono ad ottenere le stesse mescolanze e comunque vi porterebbe via molto tempo; la soluzione migliore è preparare del colore in quantità e conservarlo in un vasetto ben tappato (se frequentate una scuola d'arte ad esempio vi capiterà molto spesso di dover conservare del colore per una settimana o più, e se per caso non avete un vasetto con il tappo a disposizione? Non disperate potete fabbricarvi un tappo momentaneo... ad esempio chiudendo il vasetto o contenitore con una serie di stracci umidi ben uniti da elastico o nastro adesivo! -In questa maniera io sono riuscita a conservare il colore anche per due settimane senza disperarmi nel tentativo di ottenere la stessa mescolanza!!! ndL-).


Contenitori per l'acqua e stracci

Indispensabili tanto quanto la tavolozza sono questi strumenti.
Il contenitore per l'acqua deve sempre essere presente sul tavolo del pittore, e di solito ce ne sono almeno due, uno per sciacquare i pennelli (l'acqua di questo andrà cambiata molto spesso) e uno per utilizzare l'acqua (pulita) nelle mescolanze di colore.
Il contenitore similmente alla tavolozza improvvisata può essere un vecchio vaso, una bottiglia di plastica tagliata a metà, o qualunque altro oggetto che permetta di contenere una buona quantità d'acqua (attenti ai bicchieri di plastica che contenendo poca acqua e di conseguenza essendo molto leggeri sono facili da far cadere... magari proprio sul lavoro ultimato! -esperienza personale.. ndL-). Anche in questo caso in commercio esistono diversi prodotti... uno tra i più conosciuti è il cosiddetto 'lavapenneli'. Si tratta di un contenitore in alluminio munito di una molla per inserire i pennelli che in questo modo rimangono sospesi e non toccano il fondo, in realtà questa è una cosa molto utile difatti molto spesso ci si dimentica qualche pennello nel vaso dell'acqua il quale purtroppo se lasciato li per troppo tempo si inclina (lo potete trovare solo nei negozi di belle arti molto forniti).Una volta rovinato il pelo il pennello è quasi inutilizzabile soprattutto se è di dimensione piccola (1-5).

Anche gli stracci come i contenitori per l'acqua sono indispensabili, difatti servono per asciugare il pennello o per pulirlo dal colore in eccesso o semplicemente per asciugare i vari strumenti dopo averli lavati (così eviterete di sporcare gli asciugamani di casa!!!).
Lo straccio deve essere di cotone, il colore non importa, infatti utilizzando altri tessuti (lana, nylon...) l'aqua non viene assorbita; potreste riciclare vecchi strofinacci o indumenti inutilizzati, ricordando che lo straccio va sostituito quando è troppo sporco.
Eventualmente in mancanza dello straccio potete utilizzare anche tovagliolini di carta (ma non è consigliabile, difatti ne usereste una quantità enorme e il tutto diventerebbe troppo dispendioso).

Cavalletto

Indispensabile per la pittura in studio, il cavalletto è molto comodo, estremamente pratico e permette di realizzare quadri di ogni dimensione.
Sia esso in legno o di metallo, è bene procurarsi fin dall'inizio il tipo dotato di meccanismo che permette di abbassare e sollevare il sostegno inferiore del supporto, il modo da poterlo avere centrato rispetto all'altezza del nostro sguardo.
Consigliamo inoltre di verificare che ci sia la possibilità di inclinare leggermente in avanti la tela, il modo da potere eliminare, se fosse necessario, ogni bagliore sul dipinto derivante dal riflesso delle luci.

 

 

 

Cassetta da pittore

La cassetta da pittore è solitamente in legno, di diverse dimensioni e munita di maniglia per essere facilmente trasportabile.
Contiene una tavolozza , dove si versano e mescolano i colori, fissabile alla cassetta stessa tramite le puntine metalliche di cui è dotata, così è possibile trasportarla anche quando rimangono sulla sua superficie tracce di colore ancora fresco. Ci sono inoltre due scomparti per i pennelli, le scatole, gli stracci, i solventi e tubetti di colore.
Su un mercato esistono anche cassette munite di cavalletto pieghevole inserito all'interno che di solito si usano per dipingere all'aria aperta. Bisogna però mettere in conto il peso che la cassetta viene ad assumere così attrezzata.

Tela, cartone o legno

La superficie su cui solitamente si dipinge a olio è la tela o il cartone telato, a differenza della tempera, la quale, presentando tra le sue caratteristiche la possibilità di essere combinata con diversi tipi di legante, si usa indifferentemente su carta (meglio se ruvida), cartone, tela o legno. Quando si parla di tela, si intende qualsiasi tipo di tessuto, teso e fissato un telaio di legno. Comunque di solito le tele sono di lino greggio, cotone o canapa oppure di prodotti acrilici come il poliestere o il rayon, poco consigliati però per la pittura a olio. Il telaio è fornito di quattro cunei che servono a tendere la tela per evitare che si formino pieghe antiestetiche. La superficie della tela può essere più o meno grossolana, a seconda che si voglia dipingere molto pastosamente, in stile impressionista, oppure un modo più morbido e uniforme. Dato che la superficie della tela non è uniforme è consigliabile ricoprire uniformemente la base del dipinto prima di iniziare ad applicare il colore. In commercio esistono anche tele già preparate per l'uso, altrimenti potrebbe essere sufficiente anche dare una o due passate di colore bianco sulla base prima di iniziare a dipingere.

Telato viene chiamato quel cartone sulla cui superficie è disegnata una rete di linee orizzontali e verticali provocate dalla pressione della pressa che lavora la pasta di legno. Telato è molto semplicemente anche quel cartone su cui è incollata una tela di rayon. Oltre che su tela si può dipingere a olio o su tavole di legno, su cartone o su fogli di masonite. Nel caso si dipinga direttamente sul legno bisogna ricordarsi di impegnare la base con un buon prodotto antitarlo.

I pennelli

Sono mezzo fondamentale di cui il pittore si serve per realizzare la sua opera. Esiste una vasta gamma di modelli per ogni esigenza che vengono classificati per numeri.
Vanno dal numero 0 al numero 22, la numerazione e la quantità di numeri però dipendono dalla marca del pennello, difatti non è detto che il pennello numero 5 ,ad esempio, sia identico a prescindere dalla marca, può essere più o meno grosso.
I pennelli possono essere formati da pelo sintetico o da pelo animale.

Il pennello sintetico può essere di varie qualità, la qualità più bassa è quella che di solito usano i bambini a scuola mentre la qualità superiore è adatta anche a professionisti, infatti nonostante siano sintetici i peli sono molto simili a quelli animali. Importante ricordare che i pennelli sintetici sono anche i più economici, ad esempio un numero 18 (medio-grande) di buona qualità può costare attorno le 15.000-20.000 £. *

Il pennello animale può essere formato da peli di martora, di bue o setole di maiale (possono esserci pennelli anche di altri peli come ad esempio il vaio che però sono meno diffusi e molto più costosi). Questi pennelli rispetto a quelli sintetici hanno una qualità migliore, e resistono di più nel tempo.

I pennelli di bue sono di media qualità, con questi si può usare qualunque pittura senza problemi, costano un po' di più rispetto ai pennelli sintetici ma durano molto di più nel tempo e si mantengono meglio; un pennello numero 18 può costare circa 30.000 £.*

I pennelli di setola di maiale di solito sono piatti essendo molto rigidi e si possono utilizzare solo nei lavori che richiedono questa tipologia di pennello.

I pennelli di martora sono i più pregiati, precisissimi e molto morbidi, l'unico lato negativo è il prezzo che sale molto rispetto agli altri tipi, può arrivare anche a più del doppio, però se trattati con cura durano sicuramente molto di più.

I pennelli hanno principalmente tre forme:



Piatto



Rotondo



A lingua di gatto


Ci sono anche altri tipi che si usano più raramente per tecniche particolari, ad esempio a ventaglio, a tampone,a cipolla, a spada o il bombasino.


I pennelli piatti si utilizzano soprattutto per coprire aree di colore senza ottenere effetti particolari, questi possono essere più o meno rigidi a seconda della tipologia di pelo, mentre i pennelli tondi riescono a ottenere un'enorme varietà di segni e di norma sono molto morbidi, i pennelli a lingua di gatto infine sono formati da pelo morbido un po' più corto rispetto agli altri tipi, solitamente la punta è una via di mezzo tra i pennelli tondi e piatti.
La lunghezza del manico è molto variabile e dipende dalla marca.

Per cominciare a dipingere è necessario avere almeno 3 o 4 pennelli: ad esempio i numeri 2, 6, 10, 20 di cui i primi due rotondi e gli altri piatti, è importante anche sperimentare le diverse tipologie di pelo in modo da decidere quale usare in futuro, un buon consiglio è quello di non risparmiare sui pennelli perché un buon pennello può determinare in modo rilevante la buona riuscita del lavoro (ovviamente non è necessario iniziare a dipingere con i pennelli più costosi, andrebbero benissimo i pennelli di bue).

* i prezzi indicati si riferiscono all'acquisto in negozi specializzati, ovviamente possono subire variazioni di negozio in negozio.

Come curarli

Importantissimo è avere cura dei pennelli, un pennello trattato male si butta via dopo averlo usato per poche volte e visto il costo elevato di questi strumenti è bene trattarli nel miglior modo possibile.


Se utilizzate colori ad acqua (ad esempio tempera o acquarello) pulire i pennelli è abbastanza semplice, basterà usare dell'acqua corrente stando attenti a togliere tutti i residui di colore, molto importante e non lasciare incrostare il pennello, quando avete finito di usarlo se non lo potete lavare subito mettetelo in ammollo nel contenitore per l'acqua (stando attenti che non si pieghi la punta!!!), così il pelo rimarrà morbido in attesa del lavaggio. Di tanto in tanto potete anche lavarli con acqua e sapone, finito il lavaggio date alla punta la forma originale e inserite il cappuccio trasparente (quando comprate un pennello è dotato di questo cappuccio, se non ce l'ha potete chiederlo al negoziante che ve lo dovrà fornire gratuitamente) stando attenti a non piegare qualche pelo. Poi mettete via il pennello con la punta verso l'alto. Se dovete portare via i pennelli (magari nella borsa di scuola) procuratevi un contenitore rigido nel quale possano stare in tutta la lunghezza (se non ne trovate uno potete utilizzare la base di cartone di un rotolo di pellicola o carta forno, creando a questo dei tappini per chiuderlo!).
Se utilizzate i colori ad olio la pulizia diventa più complessa difatti dovrete lavarli nell'acqua ragia togliendo tutte le tracce di colore e dopo con acqua e sapone.
Se dopo un po' di tempo che usate i pennelli vi accorgete che le setole sono diventate secche potete immergerli in olio di lino e lasciarli li per circa mezz'ora, poi lavateli accuratamente con acqua e sapone e conservateli come detto prima.

Spatole

Per la pittura a olio la spatola cambia di forma a seconda di come le si utilizza. Serve a mescolare il colore con il legante o i colori tra loro.
Ne esiste un tipo che serve soltanto per raschiare e pulire la tavolozza dei resti di colore, oppure dalla tela quando non è ancora seccata. Attenzione però, in quest'ultima operazione una pressione troppo forte sulla spatola rischia di rovinare la tela, può perfino lacerarla. Le spatole che servono a ripulire la tavolozza hanno la punta arrotondata e rigida perché vanno utilizzate esercitando una certa pressione.
Quelle che si usano per dipingere hanno una forma simile alla cazzuola del muratore e sono caratterizzate dal fatto di essere assai flebile. Si presentano in una grande varietà di forme.

 Giuseppe

sabato, 01 nov 2008 Ore. 17.22
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